Napoli, le notti dei piromani: altri due roghi d’auto, via alla maxi inchiesta

Fuoco appiccato in via Cisterna dell’Olio e in piazza Carolina, vicino la prefettura

L'auto in fiamme in piazza Carolina
L'auto in fiamme in piazza Carolina
di Paolo Barbuto
Domenica 15 Gennaio 2023, 22:55 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 08:20
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Notte di caos e movida, notte di auto in fiamme: tra sabato e ieri sei autovetture e due ciclomotori sono stati divorati dal fuoco nel cuore di Napoli. Il primo episodio a via Cisterna dell’Olio, il secondo a piazza Carolina, a un passo dal Plebiscito, giusto alle spalle della sede napoletana della Prefettura.

Con i sei andati a fuoco nelle ultime ore, sale a 34 il numero dei mezzi distrutti in strada nel Napoletano, negli ultimi sessanta giorni: a partire dal 15 di novembre la scia di fuoco s’è mossa alla media di un mezzo divorato dal fuoco ogni due giorni, troppi per passare inosservata, ecco perché la Procura ha avviato un’inchiesta per cercare di fare luce su questi episodi che potrebbero essere, almeno in parte, legati da un unico filo.

Le due della notte sono passate da poco. Da un’auto in sosta in via Cisterna dell’Olio, dal lato che costeggia la struttura del cinema Modernissimo, si leva una lingua di fiamme. Scatta l’allarme, vengono immediatamente avvisati i vigili del fuoco che giungono rapidamente sul posto. Il fuoco, però, è stato più rapido del mezzo di emergenza: ha avvolto già quattro automobili che sono state distrutte. Panico tra la gente, tanta anche a quell’ora in una notte di movida e divertimento, quando sono state avvertite esplosioni che, però, fortunatamente erano state generate solo dal cedimento strutturale degli pneumatici. 

Fiamme domate con un pizzico di difficoltà e danni drammaticamente evidenti quando i vigili del fuoco si sono allontanati.

Più o meno a quella stessa ora da piazza Carolina un identico allarme ha raggiunto la sala operativa dei vigili del fuoco: ci sono auto in fiamme, correte.

In questo caso l’incendio è partito da un ciclomotore, ha travolto uno scooter parcheggiato vicino e, alla fine, si è esteso anche a due autovetture in sosta. Anche in questo caso l’intervento di spegnimento è stato rapido e ha avuto buon esito. Anche a piazza Carolina, così come a via Cisterna dell’Olio, nessuna persona coinvolta, solo mezzi ridotti a mucchi di ferro e plastica bruciata. 

Troppi eventi simili, molti concentrati nel cuore di Napoli, altri in periferia, altri ancora nella grande provincia del capoluogo. Il più recente risale ai giorni che precedevano il Natale quando in piazza dei Martiri andarono a fuoco tre ciclomotori parcheggiati di fronte alla libreria Feltrinelli.

Impossibile pensare che ci siano state 34 autocombustioni dal 15 novembre ad oggi, difficile anche credere alle scorribande teppistiche di gruppi di piromani: cosa c’è dietro la scia inarrestabile di incendi sulle strade?

Se l’è chiesto anche la Procura che ha aperto una maxi inchiesta che comprende tutti gli incendi degli ultimi tempi. Eccezion fatta per i casi più eclatanti (l’uomo di Brusciano che ha incendiato l’auto della suocera dopo un litigio sul nome del figlio in arrivo, la vettura bruciata a una persona legata ai clan nella zona del rione Traiano), tutti gli altri eventi sono stati racchiusi in un faldone per cercare di capire se c’è (e, eventualmente, qual è) il denominatore comune. 

Il pool guidato dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli non esclude nessuna ipotesi, partendo da quella dei singoli eventi teppistici fino ad arrivare a una matrice estorsiva che potrebbe guidare la mano dei piromani. 

Il dubbio principale sulla matrice teppistica degli eventi arriva da un banale dettaglio: appiccare il fuoco a un’automobile non è affare da poco. Insomma, non bastano un accendino e un mucchio di giornali vecchi per riuscire a far prendere fuoco a una vettura, soprattutto quelle più moderne realizzate in materiali particolarmente resistenti al fuoco e difficili da incendiare. 

Si fa spazio, dunque, la matrice minatoria oppure estorsiva. E qui le possibilità di individuare la provenienza degli attentatori sono vaste: si passa dalle attività di estorsione con l’ipotesi di incendi appiccati per mandare messaggi a singoli individui, a quelle più variegate e scomposte del settore del parcheggio abusivo che potrebbe mandare messaggi sulla “titolarità” di precise aree della città dove, per lasciare auto e moto, bisogna pagare direttamente agli emissari della malavita e non limitarsi a infilare monete nel parcometro. 

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Sulla questione sono intervenuti il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, e i consiglieri di Europa Verde alla Prima Municipalità, Gianni Caselli e Lorenzo Pascucci: «Riteniamo fondamentale che venga fatta subito chiarezza sulla natura dell’incendio che ha coinvolto la vettura e le moto in piazza Carolina, e che si risalga nel più breve tempo possibile al piromane o ai piromani che hanno innescato le fiamme. Un episodio che non va sottovalutato perché accaduto a poco tempo e a poca distanza da un altro rogo accaduto in piazza dei Martiri pochi giorni fa nel quale sono stati dati alle fiamme diversi scooter in sosta. Parliamo di due zone tradizionalmente oppresse dalla presenza di parcheggiatori abusivi ed è doveroso approfondire se queste azioni siano adducibili all’opera di un pazzo o se ci sia altro dietro». 

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