Leonardo, l'hacker confessa e il pm apre al patteggiamento

Leonardo, l'hacker confessa e il pm apre al patteggiamento
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 14 Luglio 2021, 13:00
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Dunque, ha confessato. E ha tirato in ballo altre persone, mettendo in moto una serie di indagini culminate in blitz a sorpresa, verifiche e perquisizioni. Ha sostenuto almeno quattro colloqui investigativi, che hanno convinto i pm di Napoli sulla sua attendibilità, proprio alla luce delle dichiarazioni rese negli questi mesi. Quanto basta a spingere gli stessi inquirenti a firmare un parere positivo alla richiesta di patteggiamento avanzata dall'ex consulente della Leonardo spa, arrestato meno di un anno fa per accesso abusivo al sistema informatico all'interno di una delle aziende di un gruppo che si occupa di tecnologia strategica per il Paese. Giudice D'Auria, prevista per questa mattina l'udienza clou a carico di Arturo D'Elia, ex consulente informatico ritenuto responsabile di diversi accessi abusivi in una azienda a Pomigliano, finalizzati a far sparire e a far veicolare dati informatici destinati a rimanere segreti. Un hacker consulente, uno dal passato tutto da decifrare, ritenuto un talento nelle operazioni informatiche più aggressive, per anni al lavoro per il colosso partecipato dal ministero italiano che si occupa di investimenti nel campo della sicurezza. 

Natali nel vesuviano, una carriera di consulente, fino agli arresti, al termine delle indagini della Procura di Napoli. Almeno quattro colloqui investigativi, quelli resi da D'Auria, che ha raccontato la sua storia all'interno di una delle aziende dell'ex gruppo Finmeccanica e che oggi potrebbe chiudere il proprio caso almeno per questo primo filone di indagine. Proviamo a ragionare sul possibile accordo che potrebbe essere ratificato in mattinata: tre anni e quattro mesi di reclusione è la richiesta di patteggiamento, al termine di un lavoro investigativo andato avanti sotto traccia da almeno un anno. Sono stati i pm Maria Sofia Cozza e Claudio Orazio Onorati, magistrati in forza al pool reati finanziari coordinato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, a dare parere positivo alla richiesta di patteggiamento, una condanna che a questo punto dovrebbe essere solo ratificata, salvo colpi di scena. Altro percorso invece da parte del secondo imputato in questa vicenda, si tratta di Antonio Rossi, un personaggio che per la sua competenza è da sempre considerato il numero 2 della sicurezza informatica di Leonardo (al netto della precisazione dell'azienda, che chiarisce che non si tratta di un dirigente).

Rossi ha chiesto di essere processato seguendo l'iter ordinario, staccandosi dalla posizione di D'Elia, dicendosi determinato a dimostrare la propria estraneità rispetto alle accuse che sono state mosse dalla Procura di Napoli. 

Destini differenti, in uno scenario decisamente fluido. Ma torniamo a D'Auria, alla richiesta di abbreviato oggi in discussione. Difeso dal penalista Nicola Naponiello, D'Auria ha confessato alcune accuse che gli sono state mosse, aprendo nuovi solchi da battere. Possibile il coinvolgimento, nell'ambito delle verifiche condotte fino a questo momento di esponenti delle forze dell'ordine o di reparti investigativi. Per anni, l'imputato ha svolto il ruolo di consulente, lavorando sempre in un regime di assoluta segretezza. Stando a quanto confermato dai vertici della Leonardo, l'imputato non avrebbe lavorato su dati e flussi informativi di primissimo rilievo, al punto tale che la sua condotta non avrebbe rappresentato un pericolo per fatti di fascia alta, di quelli coperti da segreti di Stato. Possibile che a questo punto la Procura di Napoli voglia approfondire il rapporto tra l'ex consulente della Leonardo («solo un interinale esterno», secondo l'azienda di Pomigliano) e alcune aziende statunitensi, nel tentativo di mettere a fuoco eventuali travasi di informazioni. Una indagine che punta a fare i conti anche con eventuali complicità in Italia e all'estero. 

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