Liquami nel Sarno, cinque operai denunciati: «Lavoriamo per conto della Regione»

Liquami nel Sarno, cinque operai denunciati: «Lavoriamo per conto della Regione»
di Susy Malafronte
Domenica 5 Luglio 2020, 11:00
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Emergenza inquinamento, denunciate cinque persone che sversavano liquami nel Sarno. Il paradosso è che la società napoletana, per la quale lavorano gli operai denunciati, è stata incaricata dalla Regione Campania per bonificare le rive del fiume. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo di inchiesta. Il blitz dei carabinieri di Pompei ha sorpreso le persone denunciate mentre gettavano liquido, dal colore scuro e dall'odore nauseabondo, dalle rive del fiume lungo via Ripuaria svuotando una autobotte utilizzata per ripulire le fognature. Il materiale contenuto in essa, di fatto, era stato prelevato dalle condotte fognarie dell'impianto pubblico, collocate poco lontano dal luogo dello sversamento, per la cui pulizia la ditta ha ricevuto incarico dalla Regione Campania. I lavori commissionati alla società finita nel mirino delle indagini, e per i quali la procura oplontina ha aperto un fascicolo di inchiesta, sono stati confermati agli investigatori dall'ufficio tecnico del comune di Pompei che avrebbe dovuto supervisionare le operazioni di pulizia. Le indagini degli inquirenti vertono anche su questo versante: come mai nessun tecnico regionale o comunale controllava i lavori di pulizia del sistema fognario? Gli operai, intanto, hanno fornito giustificazioni sulle modalità di trattamento dei liquidi sversati e che, secondo loro, non sarebbero inquinanti. Ma il liquido contenuto in un sistema fognario può non essere inquinante?

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Per stabilire la natura del materiale sversato nel fiume, senza autorizzazione alcuna, sono in corso le analisi da parte dei tecnici dell'Arpac che hanno provveduto a prelevare campioni del liquame ancora presente nell'autobotte su disposizione della magistratura. I militari dell'Arma - coordinati dal maggiore Simone Rinaldi, comandante della compagnia dei carabinieri di Torre Annunziata e dal maresciallo maggiore Angelo Esposito della stazione pompeiana - hanno sequestrato l'autobotte e i macchinari utilizzati per lo sversamento. Le indagini degli inquirenti sono mirate a stabilire quante volte, nel corso del tempo, si sia svolto questo tipo di operazione anomala. Secondo la magistratura, infatti, non è una procedura legittima sversare nel fiume Sarno materiale prelevato dal sistema fognario pubblico. Su delega della procura i carabinieri hanno il compito investigativo di stabilire, analizzando la documentazione, posta sotto sequestro, trovata in possesso della società se alla voce smaltimento liquami la ditta dichiarava all'ente committente, in questo caso la Regione Campania, lo sversamento nel Sarno e se percepiva compensi per questa operazione ritenuta anomala dalla magistratura.
 


I carabinieri, durante un normale controllo del territorio, volto a reprimere e contrastare i reati predatori che si svolgono nelle zone periferiche della città degli Scavi che confinano con i quartieri caldi di Scafati e Castellammare, si sono insospettiti nel vedere delle persone sversare liquido scuro e puzzolente nel fiume Sarno. I militari dell'Arma sono così intervenuti sorprendendo i 5 operai in flagranza. La società si trova ora nella delicata posizione di dover giustificare l'operato dei propri dipendenti. Nell'attesa dell'esito degli esami svolti dall'Arpac gli operai deferiti in stato di libertà all'autorità giudiziaria dovranno rispondere del reato di inquinamento. Sul caso è stato notiziato anche il ministro Sergio Costa.

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