Mamma Olimpia cerca la figlia
dopo aver tentato il suicidio:
«Dov'è Alessandra?» | Video

Mamma Olimpia cerca la figlia dopo aver tentato il suicidio: «Dov'è Alessandra?» | Video
di Nello Mazzone
Domenica 10 Settembre 2017, 17:07 - Ultimo agg. 11 Settembre, 12:30
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POZZUOLI. «Dov'è la mia piccola Alessandra? Dov'è?». È la terribile domanda che Olimpia, mamma della 24enne Alessandra Madonna morta due giorni fa a Mugnano trascinata dall'auto del suo ex fidanzato, ha rivolto ai medici dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli in un barlume di lucidità prima di essere sedata. Per i medici la donna, che ha tentato il suicidio inalando gas nella sua autovettura appena appresa la notizia del decesso di sua figlia, ora è fuori pericolo. Dopo essere arrivata in fin di vita nel pomeriggio di venerdì dapprima al pronto soccorso dell'ospedale San Giuliano di Giugliano e poi, dopo alcune ore, trasferita nella Rianimazione dell'ospedale di Pozzuoli.
 



Una corsa contro il tempo. Contro un destino cinico. Una mamma disperata che peregrinava, priva di coscienza, tra ospedali mentre la morte le aveva portato via la sua unica figlia. I medici hanno fatto il possibile per salvare Olimpia Capece, cinquantenne di Melito, e quando lei si è risvegliata, per alcuni minuti, ha chiesto di Alessandra ma nessuno se l'è sentita di raccontarle quell'atroce destino. Anzi, con il tatto, il garbo e la sensibilità del caso, i medici del Santa Maria delle Grazie hanno deciso di non tenere in corsia insieme agli altri ammalati la donna, spostandola in una stanza del reparto di medicina generale dove non ci sono al momento altri ammalati. Olimpia, rimasta sola in quel letto d'ospedale senza nessuno al suo fianco, ieri avrebbe ricevuto pochissime visite. Solo qualche conoscente. E d'ora in poi sarà presa in carico dalla struttura di supporto psicologico dell'Asl Napoli 2 Nord. «Faremo tutto il possibile per seguire il decorso ospedaliero della signora e la seguiremo con i nostri psicologi per superare questo drammatico momento spiegano dall'azienda sanitaria flegreo-giuglianese c'è assolutamente bisogno di un supporto di natura psicologica». Sarà, poi, monitorato il decorso ospedaliero in modo da consentire alla madre di Alessandra di poter riprendere al meglio le forze.

Dal punto di vista psichico, invece, tutto è più complesso. Dovrà pian piano rielaborare un lutto che l'ha devastata. Lei, donna sempre allegra e vitale, dopo la separazione dal marito padre di Alessandra, che abita a Melito ma lavora in una pasticceria di piazza Carlo III a Napoli si era dedicata tutta se stessa alla figlia 24enne. Solare e iperattiva come lei, la descrivono tutti. Anche fisicamente, madre e figlia sembravano quasi sorelle: capelli castano chiaro, grande cura dell'aspetto, occhi scuri e profondi, lineamenti dolcissimi. Ma quel sole si è spento d'improvviso in una mattina di inizio settembre. Un dolore troppo grande da sopportare da sola.
E per questo Olimpia, quando venerdì mattina ha saputo che la sua unica figlia Alessandra era morta all'ospedale di Giugliano per le ferite e i trami riportati dopo essere stata trascinata sotto l'auto del suo ex fidanzato, s'è sentita crollare il mondo addosso. Èscappata via in lacrime, è entrata nella sua auto portandosi con sé una bombola di gas da cucina e ha iniziato a vagare in auto. Senza una meta precisa. Un pianto dirotto. Ed è arrivata nella zona della Stella Maris, sul litorale tra Varcaturo e Licola, dove ha accostato, ha chiuso i finestrini della sua utilitaria ed ha aperto il gas. Voleva farla finita. Chiudere per sempre i conti con quel mondo e con quel destino che si era accanito particolarmente contro di lei. Senza Alessandra, la sua unica figlia, si è sentita abbandonata. Ancora più sola, dopo un matrimonio finito male.

L'abitacolo ha iniziato a saturarsi di gas e lei ha iniziato a perdere i sensi. Olimpia si è lasciata andare. Una scena notata con sgomento da due passanti che hanno subito allertato i carabinieri. I militari, poi, hanno chiamato una squadra di vigili del fuoco che sono arrivati da Scampia. E grazie a loro la donna si è salvata. «Quando siamo arrivati sul posto, abbiamo notato che ormai l'auto era satura di gas e la donna era svenuta, con il capo poggiato sul cruscotto e tra le braccia la bombola di gas è il racconto di uno dei vigili del fuoco della Squadra 8 B di Scampia intervenuta a Stella Maris sono stati momenti drammatici, perché da un lato dovevamo fare presto per evitare che la donna morisse asfissiata, ma dall'altro lato non potevamo aprire le portiere o infrangere i vetri perché avremmo rischiato di innescare uno scoppio. Abbiamo, allora, iniziato una manovra molto delicata di smontaggio della serratura della portiera, in modo da aprire l'auto senza forzarla. Appena lo sportello si è aperto ho preso la donna tra le braccia e l'ho portata verso l'ambulanza, mentre altri miei colleghi mettevano in sicurezza l'auto e la bombola, evitando una tragedia». Ora Olimpia è fuori pericolo, ma il suo dolore di mamma è diventato infinito come lo strazio di una giovane vita spezzata.