In ginocchio, come è stato ridotto il calcio dilettantistico dalle misure anti covid. Come nella protesta di Black lives matter per la morte di George Floyd oppure quella di Colin Kaepernick, il quarterback dei San Francisco 49ers di football americano che per primo ideò questo gesto di protesta durante l'inno nazionale americano. Ieri in piazza del Plebiscito erano almeno in trecento i rappresentanti del calcio di base. Il lockdown del pallone colpisce duro una categoria che ha sempre vissuto di piccoli contratti, spesso in nero, rimborsi spese che si rinnovano di anno in anno senza una prospettiva precisa.
Al fianco della chiamata di Roberto Guadagnuolo, che ha ideato il sit-in, e di Antonio Gargiulo, presidente della Napoli United, che ha stilato il manifesto di proposte da inviare al ministro Spadafora, si sono raccolti un po' tutti i protagonisti del calcio campano.
Sono quelle che il presidente della Napoli United, Antonio Gargiulo ha buttato nero su bianco. Un vero e proprio manifesto per il calcio dilettantistico: «Non è il tempo di dividerci ma di unirsi - dice il creatore del miracolo di integrazione Napoli United nato da una esperienza di condivisione con i ragazzi provenienti dal continente africano. È necessario un contributo straordinario da parte dei professionisti in soccorso dei dilettanti per sopportare i costi causati dal Covid; un protocollo per i dilettanti simile a quello dei professionisti coperto dai 50 milioni annunciati dal ministro Spadafora; siglare un accordo con i centri autorizzati per i tamponi per ridurre i costi; così come destinare gli 800 euro previsti per i collaboratori sportivi alla copertura dei costi dei tamponi; una credit tax per le sponsorizzazioni; un credito d'imposta al 50%». Ma soprattutto far proseguire i campionati e regolamentare i contratti per i collaboratori sportivi ed atleti anche in Eccellenza e Promozione oltre che ragionare di una riforma campionati.
Non è mancata oggi la voce della federazione attraverso il presidente del Comitato regionale Carmine Zigarelli: «Tutte le società stanno dando grande prova di professionalità e soprattutto di responsabilità. Lo stop ci lascia interdetti perché avevamo rispettato tutti i protocolli. Noi siamo quelli che i ragazzi li tolgono dalla strada e provano in tutti i modi con regole, disciplina e tanto affetto, a costruire per loro un futuro migliore». Zigarelli ricorda che la Figc ha chiesto chiarimenti in ordine all'ultimo Dpcm, «chiarimenti che non sono arrivati». Una chiamata all'unità per tornare a giocare a calcio.