Circuvesuviana, la «guerra» dei macchinisti nei treni semideserti

Circuvesuviana, la «guerra» dei macchinisti nei treni semideserti
di Francesco Gravetti
Martedì 17 Novembre 2020, 09:30 - Ultimo agg. 11:29
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Sono una cinquantina le corse che saranno soppresse nella giornata di oggi in Circumvesuviana. Di queste, meno di cinque saranno sostituite con autobus, almeno stando a quanto annunciato dall'azienda. In totale, ogni giorno la Circum garantisce 230 corse sulle sue linee: sono oltre un quarto, dunque, quelle che verranno cancellate oggi. Sarà una giornata di disagi per i (non molti) pendolari che proveranno a prendere un treno. E sarà la seconda: anche ieri, infatti, le soppressioni sono state decine e hanno riguardato pure la Cumana e la Circumflegrea, benché si sia riusciti a garantire quasi sempre un servizio automobilistico sostitutivo. Motivo: un'agitazione del personale ferroviario, per lo più i macchinisti, che stanno rifiutando le ore di straordinario. In tutta l'Eav, infatti, resta ancora il problema dell'esiguità dell'organico: mancano circa 30 macchinisti e per coprire tutti i turni è necessario ricorrere alle ore di straordinario che, come è noto, il lavoratore può rifiutare di effettuare. E allora basta un no per creare il disagio e sollevare un polverone di polemiche, con il presidente Umberto De Gregorio che urla: «Il mondo è cambiato ma qualcuno non se ne vuole accorgere» e i sindacati (soprattutto gli autonomi dell'Orsa) che ribattono: «L'azienda non rispetta i patti».

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In mezzo, ci sono gli ormai pochi viaggiatori costretti per necessità a prendere un treno della Circumvesuviana: nei vagoni e nelle stazioni sono rimasti giusto quelli che non hanno alternative per spostarsi, che devono andare al lavoro e non possono farlo in auto.

A ottobre i ricavi sono calati del 70% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. A novembre si dovrebbe arrivare a -90 %. Su base annua la riduzione sarà del 60 per cento. È fuga dai treni, insomma. E i pochi utenti rimasti sono costretti a vivere giornate assurde come quella di ieri e oggi: corse soppresse che si aggiungono ai soliti guasti (ieri un treno è rimasto fermo per 95 minuti alla stazione di San Giuseppe Vesuviano a causa di un'avaria). In un comunicato stampa, gli autonomi dell'Orsa hanno rivendicato la protesta e spiegato le loro ragioni: «In questi ultimi due anni sono stati sottoscritti accordi importantissimi che hanno portato notevoli risparmi economici, incrementi delle entrate finanziarie, aumento della produttività e della flessibilità di impiego dei lavoratori. Per tutta risposta l'Eav è inadempiente, negando proprio ai lavoratori il corrispettivo economico previsto dagli accordi». L'Orsa si riferisce ad accordi sul servizio di controlleria e critica pure la gestione delle nuova normativa sulla sicurezza: «L'azienda si limita a voler propinare la formazione ai dipendenti, senza risolvere davvero il problema». La risposta di De Gregorio è dura: «Il rifiuto dello straordinario come protesta, in questo momento di emergenza, dopo 18 mesi in cui lo hanno accettato per effetto di un accordo che ha concesso premialità importanti e ricche, è grave e irresponsabile. In ogni caso è garantita la sostituzione del treno con la gomma e poiché i passeggeri sono al minimo storico non vi sono problemi di affollamenti né di traffico».

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Ma la battaglia potrebbe proseguire nei prossimi giorni e alimentarsi anche di altri argomenti: tutti i sindacati, ieri, hanno bocciato l'idea delle chiusure domenicali, che partiranno dal 22. Avviata la procedura di raffreddamento, ora toccherà al prefetto cercare una mediazione per evitare l'ennesima protesta, anche perché i lavoratori dovranno mettersi in congedo: «Pensiamo che questa chiusura serva solo a risparmiare e non ad evitare assembramenti», dice Luca Del Prete dell'Orsa. «Non c'è traccia in nessuna ordinanza di provvedimenti del genere e la domenica non vi sono più affollamenti, ormai», aggiunge Stefano Papa di Usb. Ma De Gregorio ribadisce: È una misura concordata con il presidente della Regione Vincenzo De Luca». 

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