Lockdown ad Arzano, via allo screening nella zona rossa: «Ma sono solo test rapidi»

Lockdown ad Arzano, via allo screening nella zona rossa: «Ma sono solo test rapidi»
di Domenico Maglione
Lunedì 26 Ottobre 2020, 10:30 - Ultimo agg. 10:33
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Tamponi non per tutti ma solo per quelli che hanno avuto contatti con contagiati o presentano sintomatologie correlate al Covid-19. Il resto della popolazione di Arzano è stata sottoposta a test rapido che ha molto meno specificità di quello nasofaringeo e spesso non aiuta nella diagnosi precoce. È stata questa la prima novità che ha accolto, ieri mattina, primo giorno di screening di massa, le tante persone che si sono presentate presso gli edifici scolastici, già utilizzati come sedi di seggi elettorali, per sottoporsi all'esame per la ricerca del virus della Sars CoV2. Un afflusso moderato ma continuo da parte di quei residenti che hanno accolto in maniera immediata l'invito a sottoporsi all'esame da parte delle istituzioni sanitarie. Tanta disponibilità e pazienza, ma un po' di delusione serpeggia. «Abbiamo diligentemente seguito le indicazioni per contribuire alle indagini sanitarie messe in campo nel tentativo di circoscrivere l'epidemia nel nostro territorio - afferma Gennaro, uno dei tanti che ha atteso in fila presso l'edificio scolastico di via Volpicelli il suo turno - Alla fine ho eseguito il test con prelievo capillare sul dito ma con il tampone nasofaringeo mi sentirei più tranquillo». «Abbiamo saputo di persone risultate, in precedenza, negative al test rapido e al sierologico su prelievo venoso ma positivi al tampone molecolare afferma Armando, geometra e pubblicista - Questo francamente ci fa nutrire perplessità sull'efficacia complessiva dello screening messo in atto in città». 

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Anche se nel comunicato della commissione straordinaria che amministra il Comune al posto di sindaco e consiglio comunale, sciolti per camorra, non ha mai fatto riferimento ai tamponi per gli esami di massa alla popolazione, era stato invece il presidente della Regione Vincenzo De Luca, in una diretta social, a dare tale indicazione ai residenti.

Probabilmente l'esecuzione di trentamila e passa tamponi (il cui risultato non è istantaneo e viene comunicato successivamente all'interessato) avrebbe messo ancora più a dura prova il sistema sanitario regionale e l'Istituto zooprofilattico maggiore del Mezzogiorno ai quali i test di Arzano di fatto sono destinati per la processazione. Di qui la necessità di ricorrere all'esame molecolare solo per quelli più esposti e potenzialmente a rischio. Ieri, comunque, è stato il turno dei cittadini la cui prima lettera del cognome è compresa tra la A e la M. Oggi toccherà agli altri. Nelle quattro scuole sono operativi complessivamente 250 sanitari. Si tratta in ogni caso di un invito a sottoporsi al test e non di un obbligo. «Ma farlo è comunque importante per consentire ai medici di attuare una sorveglianza sanitaria più totale sulla popolazione», affermano in tanti, preoccupati dell'impennata dei contagi (il dato, fermo a ieri, è di 332 infetti) verificatisi in città, da qualche giorno dichiarata «zona rossa» dal presidente De Luca. Fino al 30 ottobre nessuno può entrare o uscire da Arzano, se non per ragioni comprovate di necessità. I numeri, d'altra parte, sono in crescita anche nei comuni vicini, tra cui le popolosissime Casoria e Afragola dove è stato abbattuto addirittura il muro dei 400 contagiati, con una percentuale che supera il 30 per cento di positivi rispetto ai tamponi processati.

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