Napoli, Loredana finalmente è donna: la trans avrà il nome sul documento

Napoli, Loredana finalmente è donna: la trans avrà il nome sul documento
di Giuliana Covella
Lunedì 4 Marzo 2019, 15:29
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«Finalmente, a 58 anni, per lo Stato italiano sono una donna». Loredana Rossi (a sinistra, nella foto), storica portavoce dell’Associazione Transessuali Napoli, ha ottenuto il riconoscimento del nome sul documento di identità. Una battaglia vinta in nome delle trans napoletane, di tutte coloro che spesso sono costrette a subire un doppio oltraggio: oltre agli stereotipi e ai pregiudizi, quello di non vedersi riconoscere quello status anagrafico che spetterebbe loro in ogni Stato di diritto che si rispetti. La bella notizia è arrivata stamattina presso il Tribunale di Napoli, dove il giudice della XIII sezione, Stefano Celentano, ha emesso la sentenza.

«Così è giunto anche il mio momento - commenta sorridente Loredana - Oggi in tribunale, dove sono andata con l'avvocato e presidente di Atn Ileana Capurro, mi è stato riconosciuto il mio diritto ad avere questo nome anche sui documenti. Per questo sento di ringraziare il magistrato Stefano Celentano per l'umanità nella gestione della causa e la Corte di Cassazione che - due anni fa - ci ha permesso di vincere questa battaglia con la prima sentenza emessa sul tema del riconoscimento all’anagrafe per noi trans». Originaria di Marianella, Loredana, che oggi ricopre la carica di vice presidente dell’Atn, è stata per quarant’anni la paladina dei diritti della comunità transessuale a Napoli. «Ho portato avanti tante battaglie - racconta - ma prima di tutto per gli altri. Io? Mi sono sempre messa in secondo piano. Anche stamattina, quando il giudice mi ha chiesto perché solo ora pensavo a me, dopo aver accompagnato tante ragazze in questo percorso, ho risposto sarcasticamente “perché sono una testa calda”».

Il riconoscimento del nome all’anagrafe, la formazione per il diritto al lavoro e il ricovero dignitoso sono solo alcune delle lotte ingaggiate da Loredana per l’affermazione dei diritti civili delle trans. «Quante volte ho vissuto sulla mia pelle - ricorda - offese e pregiudizi verso di noi, come quando vieni ricoverata nel reparto maschile in un ospedale e invece sei una donna a tutti gli effetti ormai». In prima linea nei giorni scorsi nel sit-in di solidarietà ai Quartieri Spagnoli, al fianco della Tarantina, a cui era stato dedicato il murales realizzato dall’artista Vittorio Valiante, poi vandalizzato, la Rossi auspica che «lo Stato faccia sempre maggiori passi avanti nel riconoscimento dei nostri diritti, perché se Napoli e Caserta sono all’avanguardia per la questione del nome sulla carta di identità, in provincia il percorso è lungo e tortuoso e tante ragazze aspettano da dieci mesi a due anni».
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