Delitto Materazzo, Luca gela tutti: «Rinuncio al processo bis»

Delitto Materazzo, Luca gela tutti: «Rinuncio al processo bis»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 13 Novembre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 14:09
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Strana mossa quella di Luca Materazzo: sabato mattina scrive alla Corte di Assise di appello, per comunicare ai giudici la sua decisione di rinunciare a tutti i motivi di appello, facendo un clamoroso passo indietro rispetto alla strategia difensiva che lo ha animato in questi mesi. Un telegramma dal carcere di Poggioreale, poche righe, con cui comunica la sua volontà di chiudere i conti con la giustizia italiana, quasi a voler rendere definitiva la condanna all'ergastolo maturata in primo grado per l'omicidio del fratello Vittorio. Strana mossa, quella del professionista di 39 anni, ritenuto responsabile del delitto consumato sotto casa - era il 28 novembre del 2016 , ritenuto esecutore di quelle quaranta coltellate sferrate contro il fratello Vittorio. Una possibile svolta che si è consumata in sole 48 ore: venerdì mattina, Luca Materazzo aveva ricevuto due dei suoi avvocati (i penalisti Luca Bancale e Fabio Carbonelli, che assistono l'imputato assieme all'avvocato Alfonso Furgiuele), per dare corso a un lavoro finalizzato a ribaltare la sentenza all'ergastolo rimediato un anno fa dalla prima assise; sabato mattina invece il colpo di scena, con l'invio del telegramma ai magistrati che dovranno fissare un'udienza per dare vita al processo in appello, con quelle due righe che sanno di gelida determinazione: rinuncia a tutti i motivi di appello. Caso chiuso. Ma da cosa nasce questa svolta? Materazzo ha maturato dentro di sé, nel chiuso di una cella, la decisione di firmare una eventuale confessione? Una circostanza tutta da chiarire, anche perché si tratterebbe di una confessione all'esterno di un'aula di giustizia, che non garantirebbe alcuno sconto sotto il profilo processuale. Che non sarebbe spendibile per strappare attenuanti e chiedere una rivalutazione della pena. Uno sbocco impensato e imprevedibile che, solo nelle prossime ore, potrà essere chiarito. Come è noto, lo scorso settembre, Luca Materazzo aveva firmato un appello frutto di indagini difensive, con cui batteva su due punti in particolare: la propria innocenza, la propria estraneità al delitto del fratello, che non era emersa - a suo giudizio - di fronte a indagini ritenute a senso unico; e la propria disponibilità ad accettare una perizia psichiatrica, una valutazione della sua capacità di intendere e di volere (ma anche di stare a giudizio). Innocenza e perizia psichiatrica erano le due fiches su cui puntare nel corso del processo d'appello, anche alla luce delle deposizioni rese dall'imputato nel processo di primo grado, quando Luca Materazzo aveva provato a contrastare le conclusioni di poliziotti, di periti del pm e di testimoni. Ora il caso si riannoda su stesso, con un imputato che fino a pochi giorni fa si diceva pronto a dimostrare la propria innocenza, convinto della possibilità di ribaltare la condanna all'ergastolo e che ora sembra intenzionato a rimanere chiuso nel suo mondo, lì in una cella del carcere di Poggioreale.

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Detenuto da oltre due anni, Luca ha sempre avuto un contegno positivo e costruttivo verso compagni di detenzione, assistenti sociali, agenti di polizia penitenziaria. Chi lo ha incontrato in questi mesi, ha raccontato della sua capacità di porsi al servizio degli altri detenuti, quelli meno fortunati, che non hanno avuto la possibilità di studiare e fare scelte in autonomia. Laureato in Giurisprudenza, iscritto all'albo dei praticanti avvocati, prossimo a sostenere il concorso notarile, Luca ha anche fornito le proprie competenze agli altri detenuti, mostrandosi solidale verso le altrui esperienze di detenzione. Di scarso rilievo (e probabilmente frutto di momenti di comprensibile disperazione) alcune denunce fatte a voce, a proposito di non meglio chiarite minacce di morte che avrebbe subìto in cella: momenti di disperazione confidati ad assistenti sociali e formatori in servizio a Poggioreale, ma rimasti privi di riscontri. Parole ritenute di scarso peso, che probabilmente rientrano nel mondo di Luca Materazzo, di Luchino di viale parco Margherita, di Lucario (l'eroe dei fumetti da piccolo) e dell'imputato condannato all'ergastolo che si diceva vittima di un complotto e che oggi sembra rinunciare a tutto, con due righe in un telegramma tutto da approfondire.

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