Luca Piscopo morto dopo il sushi a Napoli, intervista alla mamma: «Giustizia per mio figlio, chi ha sbagliato ora paghi»

Luca Piscopo morto dopo il sushi a Napoli, intervista alla mamma: «Giustizia per mio figlio, chi ha sbagliato ora paghi»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 15 Dicembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 16:19
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«Stava bene fisicamente, certo che stava bene, in tutti i sensi: aveva la vita davanti, era un ragazzo solare, di cui tutti noi andavamo fieri».

Volto straziato dal dolore, contratto dal senso di impotenza, quello di Rosaria Borrelli, madre del 15enne Luca Piscopo, il ragazzino morto dopo aver consumato pesce crudo in un ristorante di sushi al Vomero. Dolore, rabbia, amarezza, un senso profondo di nostalgia per un evento che ha sconvolto la vita di quanti hanno avuto modo di conoscere e incrociare il sorriso dello studente di Soccavo. Via Epomeo, i genitori di Luca e i fratelli sono uniti nel dolore, per quanto accaduto tra la fine di novembre e lo scorso due dicembre. Una vicenda raccontata ieri dalle colonne di questo giornale, che fa riferimento alla traiettoria dell'inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, che ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati il titolare di un ristorante di sushi al Vomero, dove il ragazzino aveva pranzato al termine di una gita scolastica; ma anche il medico di base, nel tentativo di stabilire se ci sono state connessioni tra la morte del 15enne e il cibo ingerito, nel tentativo di capire se c'è stato un eventuale errore rispetto alla cura che è stata somministrata nei giorni successivi il pranzo di sushi al Vomero. Tutto in una manciata di giorni, scanditi da sofferenza e da cure inutili: il 23 novembre il pranzo, il 2 dicembre la morte del ragazzino. Indagini per omicidio colposo, specialisti in campo, in una vicenda segnata dallo sconforto e dall'esigenza di chiarezza. Difesa dalla penalista Marianna Borrelli, la madre di Luca, ripercorre l'epilogo drammatico toccato allo studente vomerese, nelle stesse ore in cui una sua stretta congiunta affida ai social la propria sete di verità «per il dolore inferto alla nostra famiglia».

Chi era Luca, suo figlio?
«Un ragazzo d'oro, non lo dico perché era mio figlio, era uno studente modello, che amava la vita e le cose salutari.

Era iscritto al liceo Pansini, amava il Greco, materia in cui andava bene, aveva la sua vivacità intellettuale, la sua curiosità. Tifosissimo del Napoli, era legato ai valori dello sport».

Quali erano le sue condizioni di salute prima di andare al ristorante?
«Erano ottime. Non aveva alcun problema, non c'era alcuna ombra nella sua vita».

Cosa è accaduto quel giorno?
«È andato a scuola, aveva partecipato a una sorta di gita extramoenia, poi il gruppo della sua classe si era sparpagliato. Aveva scelto di andare al ristorante di sushi, a mangiare pesce crudo, era accanto a tre amiche di classe».

Cosa è accaduto successivamente?
«Sin dalla sera del 23 novembre, ha accusato dei disturbi fisici, sintomi che potrebbero essere riconducibili a chissà quante altre malattie».

A cosa fa riferimento?
«Dolori alla pancia, diarrea, febbre alta, vomito».

Poi cosa è accaduto?
«È stato curato dal nostro medico di famiglia. Una terapia a base di entorogermina, tachipirina, antibiotici. Purtroppo non è servito a niente».

Cosa chiedete a questa indagine? Cosa vi aspettate da questa vicenda investigativa?
«Chiediamo chiarezza. Abbiamo il diritto di sapere per quale motivo un ragazzino nel pieno dei suoi anni e della sua forza fisica debba finire in questo modo. Vogliamo sapere se ci sono stati errori da parte di qualcuno. In questa storia, sono state dette tante cose inesatte - soprattutto tramite i social - ricostruzioni che non corrispondono al vero. Abbiamo nominato un nostro legale, l'avvocato Marianna Borrelli, nei confronti della quale riponiamo piena fiducia, perché crediamo sia giusto chiedere contezza di quanto avvenuto. Fosse anche per evitare che fatti del genere si ripetano». 

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