Dalle Olimpiadi alla pace: nella palestra di Torre Annunziata il sogno degli atleti ucraini

Dalle Olimpiadi alla pace: nella palestra di Torre Annunziata il sogno degli atleti ucraini
di Maurizio Sannino
Domenica 24 Aprile 2022, 09:00
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Si sono armate di coraggio. Hanno raccolto poche cose, e mentre i missili e le bombe dei russi seminavano morte e distruzione a pochi metri da loro, da Odessa, Irpin, Kiev, Leopoli, e da ogni angolo dell'Ucraina, si sono incamminate percorrendo decine di chilometri, sfidando il freddo e la neve, per raggiugere la Polonia e da qui l'Italia o altri Paesi. La storia di Tetyana, Veronika e Natalia, giovani e promettenti atlete ucraine, non è molto diversa da quelle di altre loro colleghe provenienti dal martoriato Paese, costrette a fuggire dalla propria terra per salvare la pelle, ma intenzionate a continuare con gli allenamenti, e a coltivare il sogno di diventare campionesse mondiali nella propria disciplina. Dalla ginnastica al tennis, dal nuoto agli sport acquatici passando per il pugilato. Età: dai 9 ai 15 anni. E ieri pomeriggio, la storia di queste giovani promesse si è intrecciata a quella dei talenti del Coni Campania. Ed è stata presentata al ministro degli Esteri Luigi Di Maio nella sede della Boxe vesuviana, la palestra dei talenti di Torre Annunziata, di Irma Testa, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Pechino, e di Michele Baldassi, poche settimane fa laureato campione d'Europa nella sua categoria. Padroni di casa il maestro Lucio Zurlo con il figlio Biagio. Gran cerimoniere il presidente del Coni Campania Sergio Roncelli.

«Mi trovo - ha detto il ministro in un luogo che ha regalato alla nazione importanti successi sportivi e sociali. Ora grazie all'attività del Coni, a tutte le palestre e a tutte le attività sportive sul territorio, si è messa in moto la grande macchina della solidarietà che ci ha permesso di assicurare il proseguimento della carriera a giovani talenti ucraini. Lo sport ci permette di costruire il Paese che vogliamo grazie all'inclusione e alla trasferimento dei valori. Il Coni può contare su tanti campioni, su maestri eccellenti ai quali dico grazie per il lavoro che stanno svolgendo. L'invasione russa è ingiustificabile, ma lavoriamo tutti i giorni per l'unica soluzione possibile: quella diplomatica». «La Boxe vesuviana di Zurlo ha poi sottolineato Roncelli è l'emblema della bontà del lavoro sportivo e sociale condotto in particolare con i giovani. Il ministro ha potuto constatare cosa è capace di fare sul territorio il Coni Campania: nella regione abbiamo 13mila società che operano nello sport e nel sociale». E poi ha rivelato: «Ho scritto a tutte le federazioni per reclutare atleti ucraini, alcuni piccolissimi, che scappano dalla guerra. Così avranno la possibilità di continuare ad allenarsi e proseguire la loro promettente carriera. Un elenco di atleti ci è stato fornito anche dal consolato ucraino con il quale stiamo collaborando». In questa ottica, è molto importante il filo diretto che si è instaurato tra la federazione ucraina e il Coni nazionale. Un vero e proprio protocollo che permette l'immediata affiliazione e il superamento di possibili e inevitabili ostacoli burocratici. Grazie a questa collaborazione, sono già un centinaio gli atleti ucraini arrivati in Campania. Tra loro Tetyana, Veronika e Natalia, Che sono tenniste, non c'entrano molto con la boxe ma ieri erano emozionatissime mentre raccontavano la loro storia: ora sono al sicuro, a Napoli, dove sono state accolte con calore e si stanno allenando con regolarità, ospiti del Circolo Canottieri. Il maestro Lucio Zurlo, visibilmente emozionato, si è detto orgoglioso che sia stata scelta la sua palestra, «ennesimo riconoscimento - ha detto - per la città di Torre Annunziata». Intorno a lui Patrizio Oliva, Baldassi, l'ex pallanuotista Pino Porzio, l'ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.

Irma Testa non è potuta intervenire, colpita da un lutto familiare. 

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«Sul territorio campano - ha voluto ribadire Biagio Zurlo, figlio del mitico maestro - sono tante le associazioni che meriterebbero un riconoscimento per il lavoro che svolgono con i giovani. Noi siamo pronti a mettere a disposizione la nostra palestra per i giovani atleti ucraini che intendono proseguire con la boxe». Comun denominatore del pomeriggio oplontino è stata la speranza di pace. L'augurio che possa proprio lo sport realizzare il miracolo dell'inclusione e dell'unione tra popoli. Insomma che lo sport non faccia distinzioni anche per paesi in guerra. Chiaro il riferimento all'esclusione di alcuni atleti russi dalle competizioni sportiive: «Durante gli sport olimpici dell'antichità - dice il presidente regionale della Federazione pugilistica italiana, Rosario Africano - le guerre si fermavano. Lo sport deve essere soprattutto rispetto per l'avversario. Noi uomini di sport non dobbiamo fare distinzioni. Tutti gli atleti devono essere accolti nel migliore dei modi». 

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