Caos e risse sul lungomare di Napoli, i ristoratori: «Fateci aprire anche a cena»

Caos e risse sul lungomare di Napoli, i ristoratori: «Fateci aprire anche a cena»
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 17 Febbraio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 10:55
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C’è sgomento in via Partenope, dopo il caos di Carnevale e la maxi-rissa tra baby-gang senza dpi. E c’è la rabbia dei ristoratori che, dopo un anno di restrizioni, Covid e rivolte di piazza, si ritrovano i clienti in fuga dai tavoli: il lungomare, da fiore all’occhiello della città, è diventato un’arena per teppisti. Nemmeno un anno fa, questo angolo di città era la cartolina del Mezzogiorno, popolato da migliaia di turisti di ogni nazionalità che a ogni ora ammiravano lo specchio d’acqua affacciato su Castel dell’Ovo e il passeggio del lungomare liberato. 
Oggi, quello stesso pezzo di lungomare è devastato da 51 giorni (dopo la mareggiata del 20 dicembre 2020) e teatro di scontri tra bande di giovani delinquenti. A 12 mesi quasi esatti dall’inizio della pandemia, i turisti sono scomparsi e gli incivili si sono impossessati del cuore del cuore estetico ed economico della Napoli degli ultimi anni. A sottolinearlo sono Confesercenti e Aicast, che chiedono «più controlli» e «apertura a cena per evitare assembramenti». 

 

Un Martedì grasso definito «infernale» dai ristoratori. Il disprezzo per la civiltà, per giunta, si è unito al disprezzo per le regole anti-Covid, visto che le migliaia di ragazzini che hanno invaso ieri il lungomare erano rigorosamente senza dpi.

Un Carnevale incivile e senza mascherina. Ma l’episodio, per quanto grave, non è stato un fulmine a ciel sereno, in una via Partenope da mesi presa in ostaggio dai crolli dei monumenti (l’Arco Borbonico, il molo di Colonna Spezzata, il parapetto della curva), dalle transenne, dai lavori mai partiti e martoriata dagli assembramenti già a San Valentino e nei weekend. C’è chi ipotizza che la rissa possa essere scoppiata per motivi legati al virus: «Ho sentito dire che qualcuno ha invitato un ragazzino a indossare la mascherina – osserva un passante –, chissà che la rissa non sia nata da questo». Di sicuro, la pandemia innervosisce gli animi. «Teppisti – aggiunge Roberto Biscardi de I Re di Napoli e Fiepet – Sembrava si fossero dati appuntamento per fare danni. Grave che sia avvenuto in una strada che l’anno scorso, a quest’ora, era una delle più internazionali d’Europa e piena di turisti». 

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Una violenza purtroppo non inattesa, dicevamo. «Il passeggio dei ragazzini c’è da tanti giorni – commenta Antonino Della Notte, titolare di Antonio&Antonio e presidente di Aicast – L’età media dei passanti ieri era di 14, 15 anni. Fortunatamente dal nostro lato c’erano polizia. Vigili urbani e Guardia di Finanza. Tutto questo caos deriva dal restringimento delle fasce orarie in cui è possibile uscire: alle 18 chiudono tutti, di conseguenza nel pomeriggio si concentra una quantità di cittadini mai vista in via Partenope. Serve che il Governo ci riapra a cena, con i dovuti controlli: serve spalmare le persone su tutto l’arco della giornata. Infatti il disordine c’è da metà gennaio, cioè dall’istituzione della zona gialla. Il contingentamento forzato della strada sarebbe impossibile da mettere in pratica e controllare. La gente invade via Partenope anche se i ristoranti sono chiusi: lo abbiamo visto a dicembre. Serve poi che i pedoni tornino a passeggiare in un’area più vasta. Con la chiusura della Galleria Vittoria si sono creati problemi di ordine pubblico: la carreggiata è invasa dalle auto». Insomma, la lentezza della burocrazia (sia sul tunnel che nel ripristino della curva) esaspera i passanti e favorisce il virus, che cresce dove le distanze sono minori. 

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Fiepet Confesercenti Napoli, con una lettera firmata dai suoi rappresentanti (Vincenzo Schiavo, Antonio Viola e il già citato Biscardi) ha chiesto un incontro urgente al Prefetto Marco Valentini e al Questore Alessandro Giuliano. «Gli esercizi pubblici del lungomare non possono subire ulteriori danni oltre a quelli che li hanno già messi in ginocchio, per cui richiediamo ancora maggiore vigilanza e presenza». «L’indegna colluttazione ha fatto scappare a gambe levate tutti i clienti dei locali del lungomare. Ai nostri occhi – aggiunge Vincenzo Schiavo - lo Stato è assente, la città pare abbandonata al suo destino. Non è possibile che sul posto ci siano appena due volanti della polizia. Era l’ultimo giorno di Carnevale: era scontato che ci sarebbe stato un assembramento di persone. I protagonisti di questa rissa sono delinquenti, gentaglia senza rispetto degli altri e della città. A pagare purtroppo sono sempre i ristoratori, già sommersi dai debiti, già vessati da un anno di Covid e dalle mille restrizioni. Gli amici de “I Re di Napoli”, ad esempio, hanno avuto danni diretti per la rissa tra teppisti. Si stanno depauperando due patrimoni: quello delle attività della zona e quello legato alla bellezza del posto». 

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