Madri dal cuore d'oro: buoni pasto
dei bimbi per un termoscanner

Madri dal cuore d'oro: buoni pasto dei bimbi per un termoscanner
di Fiorangela d'Amora
Domenica 14 Giugno 2020, 10:17
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I buoni pasto dei bambini dell'asilo diventano strumentazioni per gli ospedali di Castellammare e Gragnano. La solidarietà questa volta arriva dalle mamme degli alunni della materna di Santa Maria la Carità, che hanno pensato di non farsi rimborsare i buoni pasto che i figli non hanno potuto consumare per la pandemia, e di riutilizzare quei soldi per un gesto concreto. I pasti non consumati a causa della chiusura delle scuole per l'emergenza Coronavirus si sono trasformati in un termoscanner per i pazienti trapiantati di fegato. Venerdì il primario Carmine Coppola, alla guida del reparto di epatologia di Gragnano, ha testato e messo in uso la strumentazione all'avanguardia. In tutto i termoscanner sono 4 perché altri tre sono arrivati dalla solidarietà di un imprenditore stabiese che vuole rimanere nell'ombra. «Abbiamo ricevuto quattro apparecchi - spiega Coppola - il primo resterà nel nostro reparto ed è per noi di vitale importanza per valutare la temperatura e condizioni dei malati epatologici, un altro sarà messo all'ingresso del pronto soccorso di Castellammare per misurare la temperatura a chi arriva prima dell'accettazione, un terzo all'interno del distretto e l'ultimo ci accompagnerà nel nostro progetto speciale».

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IL PROGETTO
L'equipe guidata da Coppola, che durante la pandemia era stato trasferito al Covid Hospital di Boscotrecase per dirigere i reparti a rischio, sta per iniziare un progetto unico in Italia. «A Pasqua avremmo dovuto iniziare lo screening sull'Epatite C su tutta la popolazione di Casola - spiega il primario - l'emergenza del momento ci ha fermati ma è stata un'occasione». Così a breve per gli abitanti di Casola ci sarà lo screening combinato di Covid ed Epatite C. «Offrire un test e la terapia ai pazienti che ne sono ignari - spiega Coppola - è una necessità di cui il sistema sanitario deve farsi carico». L'indagine conoscitiva partirà grazie a quattromila kit per test rapido sul Covid acquistati dall'azienda sanitaria, al lavoro sinergico delle associazioni Astra ed Epac e all'utilizzo delle Usca, gli ambulatori mobili utilizzati dall'Asl Napoli3 per il controllo dei focolai da Coronavirus.

IL RESPIRATORE
Intanto al San Leonardo c'è stata la cerimonia di consegna di un respiratore per trasporto intra ed extra ospedaliero per il reparto di rianimazione diretto dalla dottoressa José Sucre. «Grazie al grande senso civico dei nostri benefattori stabiesi - racconta il primario - che ci hanno sostenuto sia durante i picchi della pandemia e anche ora che i nostri reparti si stanno svuotando». In questo caso il crowdfunding era partito il 16 marzo sul web. «Siamo un gruppo di amici, tutti imprenditori giovani del territorio - spiega Agostino Stefano Fortunato - e abbiamo deciso di dare una mano in questo modo all'ospedale San Leonardo».
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