Movida a Napoli, in campo il prefetto Valentini: «Mai più assembramenti ma i giovani devono aiutarci»

Movida a Napoli, in campo il prefetto Valentini: «Mai più assembramenti ma i giovani devono aiutarci»
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 30 Maggio 2020, 09:30 - Ultimo agg. 16:56
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Prefetto Valentini, da stasera, venerdì, che cosa cambia sul fronte dei controlli nel by night per evitare le scene viste sette giorni fa a Napoli?
«Oggi ho presieduto il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che ha affrontato anche le questioni legate alla movida in città. Non a caso, essendo già venerdì, abbiamo deciso di anticipare i tempi per mettere in campo tutte le forze affinché vengano rispettate le disposizioni vigenti ed evitati gli assembramenti. Registriamo con soddisfazione un impegno coeso di tutti i soggetti istituzionali presenti al tavolo».

Regione e Comune? A proposito, che cosa pensa dell'ultima ordinanza firmata dal Governatore De Luca che amplia restrizioni e divieti sugli orari di bar e locali e impone regole rigide sul consumo degli alcolici nei luoghi pubblici?
«Il prefetto ha tra i suoi compiti quello di agevolare un impegno coeso tra tutti i rappresentanti istituzionali. Alla riunione c'erano anche il sindaco de Magistris e il vicepresidente della Regione, Bonavitacola. E proprio in relazione alla questione assembramenti c'è stato un impegno comune, nell'ambito delle rispettive competenze, per armonizzare le rispettive decisioni. Un fatto che giudico positivamente».

Dunque, finalmente si dialoga.
«Durante la riunione si sono confrontate le rispettive posizioni, e c'è stata piena condivisione sull'importanza per la leale collaborazione istituzionale».

Che cosa dobbiamo aspettarci in questo fine settimana? E che cosa si augura lei rispetto a certi comportamenti decisamente esagerati di una settimana fa?
«Effettivamente certe immagini - come quella della fila di macchine incolonnate alle quattro del mattino di venerdì scorso lungo via Caracciolo hanno fatto molto scalpore. Ho voluto evidenziare in sede di riunione che il tema non riguarda solamente le forze dell'ordine, ma investe direttamente la responsabilità dei cittadini, soprattutto dei più giovani. Non è realistico ne d'altronde auspicabile che di fronte a qualsivoglia esigenza di rispetto di regole si pensi alle forze di polizia. Anche perché, in una realtà complessa e difficile come quella dell'area metropolitana di Napoli, sono quotidianamente impegnate su molteplici fronti».

Ovviamente. E tanto più con l'ingresso nella fase due i rischi legati alla piccola e grande criminalità sono ripresi.
«A tal proposito le fornisco un dato che non ha bisogno di ulteriori commenti. Nel solo periodo compreso tra il 18 e il 27 maggio per garantire la sicurezza di tutti sono stati impiegate 21mila unità di personale, e questo a fronte di 4564 reati registrati: quasi il 50 per cento in meno dello stesso periodo di un anno fa, quando ammontavano a 9600. Ancora: in questi soli dieci giorni sono state arrestate 169 persone e denunciate 465. Questi dati dovrebbero aiutarci anche ad uscire una volta per tutte dalla banalizzazione di chi ragiona pensando che qui servono ancora più forze dell'ordine».

E comunque l'impegno delle divise anche sul versante dei controlli anti-assembramento è stato notevole da quando è iniziata la fase due.
«Questo è innegabile. L'impegno è stato corale, e naturalmente mi riferisco anche al ruolo avuto dalle Polizie locali».

Prefetto, di che altro si è occupato oggi il Comitato?
«Abbiamo affrontato altri due aspetti importanti, varando - da un lato - un piano di razionalizzazione dei sistemi di videosorveglianza sulla base di analisi specifiche per implementare le aree di copertura; e - dall'altro - decidendo la programmazione di impegni ad alto impatto di tutte le forze dell'ordine con cadenza settimanale e soprattutto in aree considerate di particolare sofferenza. Coinvolgeremo poi anche le tante associazioni civiche che quotidianamente ci inviano denunce e segnalazioni su situazioni critiche in quartieri della città e zone dell'intera area metropolitana: associazioni che verranno coinvolte nell'interazione e nel lavoro che il Comitato svolge per garantire la sicurezza e l'ordine pubblico».

Insomma, si riparte a tutti gli effetti.
«Le voglio aggiungere che, terminata la fase dell'isolamento dovuta al Covid-19, anch'io ho deciso di proseguire in prima persona nell'agenda che mi ero dato subito dopo l'insediamento qui a Napoli».

In che modo?
«Ricomincerò a muovermi sul territorio per riprendere la fase di conoscenza e di contatto con la realtà locale. Visiterò tutti i Comuni dell'area metropolitana, incontrerò gli uomini e le donne delle forze dell'ordine dislocati sul territorio, come pure i vigili del fuoco. Tutti, insomma. Poi mi recherò in visita agli stabilimenti produttivi, con particolare attenzione per le aziende che vivono una sofferenza lavorativa. E, infine, incontrerò i protagonisti che lavorano in favore di fasce deboli e per abbattere le marginalità sociali».

Prefetto, e sul fronte della lotta alla camorra, con particolare riferimento alla prevenzione per evitare che la criminalità organizzata riesca a infiltrarsi nel delicato capitolo dei finanziamenti pubblici? A che punto siamo?
«Abbiamo un cospicuo numero di interdittive sulle quali stiamo lavorando.

Il fascicolo, rispetto all'ultima nostra conversazione sul tema, è notevolmente cresciuto. Ma sul punto per ora è giusto mantenere un comprensibile riserbo. Posso dire che abbiamo un programma di controllo nei cantieri per vigilanza preventiva e stiamo implementando l'interscambio di informative tra le forze dell'ordine. Il tutto con l'obiettivo di coniugare la velocità delle erogazioni con il controllo della legalità. Sono stato Capo dell'Ufficio Legislativo del Viminale: e ho già sottoposto alle valutazioni del ministro dell'Interno Lamorgese alcune proposte di modifica in tema di normativa antimafia». 

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