Maltempo, rischio alto da Sarno ai Regi Lagni: 60mila alloggi fuorilegge

Maltempo, rischio alto da Sarno ai Regi Lagni: 60mila alloggi fuorilegge
di Gigi Di Fiore
Martedì 6 Novembre 2018, 09:16 - Ultimo agg. 09:19
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Nell’Italia degli scempi edilizi, della natura calpestata e dei mortali dissesti idrogeologici, la Campania è tra le 5 regioni con percentuali tra il 90 e il 100 per cento di comuni a rischio. Parola dell’ultimo rapporto Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Fanno da monito i ricordi di recenti tragedie: la frana di Sarno nel 1998, con 160 morti, che coinvolse anche i comuni di Quindici, Siano, Bracigliano; le frane tra il 2006 e il 2015 con 6 morti a Casamicciola e Ischia porto; la frana ad Atrani sulla costiera amalfitana nel 2010 con una ragazza morta, fino alle più recenti esondazioni e alluvioni in provincia di Benevento tre anni fa con due morti. Una regione martoriata, dove spesso alla tragedia non è estranea la mano dell’uomo.
 
È l’isola d’Ischia ad aver visto ripetute frane e alluvioni pericolose negli ultimi anni, in un territorio dove sono più di 27mila le domande di condono per abusi edilizi. L’isola verde aggredita dal cemento selvaggio, che la rende un caso davvero quasi unico tra le 60mila abitazioni senza licenza dell’intera regione censite, solo per gli ultimi 10 anni, nel dossier di Legambiente. Nell’ultimo anno, in provincia di Napoli, sono state rilevate 221 infrazioni, 294 denunce e 177 sequestri. L’area vesuviana, dove mostri di costruzioni sono spuntate anche nell’area rossa, sono in attesa di risposta un totale di ben 50mila richieste di condono. Un abitante su 5, dunque, ha presentato la sua domanda di sanatoria edilizia. Sempre in quest’area, dal 1997 al 2012, sono state eseguite solo 40 demolizioni, su 1778 ordinanze di abbattimento.

Napoli città non sta meglio, con i quartieri a ridosso della collina dei Camaldoli a continuo rischio frane. Pianura e Agnano le zone più in pericolo. Non è un caso che il ministero dell’Ambiente abbia stanziato 250mila euro per interventi sulla conca di Agnano e a Soccavo. Zone dove l’abusivismo ha fatto scempio del territorio. A Napoli città restano 42mila le pratiche aperte di condono. Ha commentato il procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, all’apertura dell’anno giudiziario a gennaio: «L’abusivismo edilizio è stato incoraggiato da una politica dissennata che, in 30 anni, ha visto ben tre condoni che hanno avuto un effetto criminogeno».

Tre anni fa, l’allora procuratore capo di Nola, Paolo Mancuso, chiese una consulenza sulla situazione nei famosi Regi Lagni. Ne emerse una «preoccupante occupazione di manufatti e detriti accumulati», che intasano i bacini e aumentano i rischi di esondazioni nel nocerino-sarnese. Occorrerebbero manutenzioni e controlli costanti. A distanza di tre anni, la situazione non è cambiata. I Regi Lagni servono anche la provincia di Caserta, dove il 10 per cento del suolo è stato «urbanizzato in maniera non regolare» dice Legambiente. Negli uffici regionali che si occupano di difesa del suolo, i documenti parlano di «rischio idrogeologico fortemente condizionato dall’azione dell’uomo». L’elenco, nello stesso documento, è nutrito: disboscamenti selvaggi, apertura di cave, abusi edilizi, occupazione di zone di pertinenza fluviale.

L’area di Sarno è monitorata di continuo, perché considerata tra le più a rischio della regione. Nella provincia di Salerno, anche la costiera amalfitana, perla turistica dalla conformazione rocciosa predisposta alle frane, ha bisogno di continue verifiche. Proprio nella provincia salernitana, sono 103 le infrazioni, 187 le denunce e 33 i sequestri nell’ultimo anno. E sui 12 milioni stanziati a settembre dal ministero dell’Ambiente per intervenire sui dissesti, 10 riguardano comuni della provincia salernitana, tra cui Amalfi.

Le esondazioni di tre anni fa hanno fatto capire quanto sia in pericolo anche il territorio beneventano. Capoluogo compreso. Il fango ha devastato e distrutto intere aree, investendo anche importanti aziende della provincia. Sei gli interventi finanziati dal ministero dell’Ambiente per risanamenti idrogeologici. Secondo l’Ispra, in Irpinia il 23 per cento del territorio è a rischio idrogeologico. E nell’ultimo anno, proprio in Irpinia ci sono stati 10 sequestri con 228 persone denunciate per abusivismo edilizio. È la regione dei rischi di frane e alluvioni sempre presenti. In undici anni dal 2000, sono state emesse 18111 ordinanze di demolizione per costruzioni illegali. Incredibile il numero di quelle eseguite: appena 828. 
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