Mamma coraggio, avviata la procedura per risarcire le figlie di Teresa

Mamma coraggio, avviata la procedura per risarcire le figlie di Teresa
di Gigi Di Fiore
Domenica 9 Febbraio 2020, 10:30 - Ultimo agg. 10 Febbraio, 06:32
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«Non so se vi ha contribuito anche il mio libro, ma posso annunciare che il Comitato tecnico al ministero dell'Interno ha avviato la procedura per riconoscere un risarcimento alle figlie di Teresa Buonocore». L'annuncio è del giudice in pensione Carlo Spagna, autore del libro «Teresa B.» sulla vicenda della mamma di Portici, uccisa da 2 killer su mandato del pedofilo che lei aveva denunciato dopo aver saputo che le aveva insidiato la figlia tredicenne. Un annuncio avvenuto durante la presentazione del libro al Maschio Angioino a Napoli.

Dopo la sentenza di condanna all'ergastolo, firmata da Carlo Spagna allora presidente della Terza corte d'Assise di Napoli e confermata dalla Cassazione, le due figlie di Teresa avrebbero dovuto ottenere dal pedofilo-omicida Enrico Perillo un risarcimento di 250mila euro fissato nella decisione. Ma, nel corso del processo, Perillo aveva trasferito tutto il suo patrimonio ai familiari e alla sentenza è risultato nullatenente. Una beffa per le figlie di Teresa. Il fondo, istituito al ministero dell'Interno per le vittime di mafia e terrorismo, assegna risarcimenti dopo la sentenza definitiva, a prescindere dal condannato. All'istituzione del fondo, le vittime della criminalità comune erano escluse dai risarcimenti. Poi, nel 2016, è stata applicata una decisione dell'Unione europea e il Comitato che gestisce il fondo è diventato «di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e intenzionali violenti». Al fondo le vittime di criminalità comune possono accedere solo se non ottengono risarcimento dagli autori del reato. Come nel caso delle figlie di Teresa Buonocore, che anche su questa possibilità hanno avuto difficoltà.
 

L'unico bene rimasto in possesso di Enrico Perillo era una quota del 20 per cento di un'immobile. Una proprietà che, in teoria, impediva l'accesso al fondo del Comitato del Ministero che può essere attivato solo se non c'è alcuna possibilità di rivalersi sul condannato. La fondazione Polis, insieme con il nuovo legale calabrese delle figlie di Teresa Buonocore, hanno trovato una soluzione giuridica: se l'interdizione dai pubblici uffici, pena accessoria nella sentenza nei confronti di Perillo, impediva che il condannato potesse disporre della sua proprietà, l'accesso al fondo è possibile e giustificato. Una soluzione giuridico-formale, che apre il varco al fondo ministeriale.

Così è stato. Il prefetto Raffaele Cannizzaro, che presiede il Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e dei reati intenzionali violenti, ha avvato la pratica per il risarcimento alle figlie di Teresa. Riaperti i termini, presentata una nuova istanza, può scattare il riconoscimento dei 50mila euro previsti dalla legge. Certo, è una somma molto inferiore da quella prevista dalla sentenza definitiva di condanna contro Perillo, ma almeno lo Stato ripara in parte un'assurda ingiustizia. 
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