Mancano i medici di famiglia: a Napoli 80mila cittadini in difficoltà

Mancano i medici di famiglia: a Napoli 80mila cittadini in difficoltà
di Ettore Mautone
Mercoledì 23 Giugno 2021, 17:23
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Sanità, l'Italia senza medici e in Campania la penuria è acuta anche per quelli difamiglia. La Regione Campania accelera sulle assegnaizoni delle aree carenti. Dal 12 al 15 luglio saranno 280 i dottori che potranno accedere all'assegnaizone di una sede carente sul territorio, 68 sono da assegnare a Napoli. La graduatoria è definitiva aggiornata alla luce dia ocuni ricorsi.   
Dopo l’annullamento di un precedente decreto del maggio scorso e la successiva pubblicazione delle graduatorie provvisorie, è stata firmata il 18 giugno scorso e pubblicata il 21 di questo mese la delibera finale della Regione Campania con cui scatta il semaforo verde alle graduatorie definitive dei camici bianchi ammessi e all'elenco degli esclusi per le assegnazioni delle carenze di medici di assistenza primaria e degli incarichi vacanti di continuità assistenziale (guardie mediche) relativi al 2020. Gli incarichi vengono assegnati per trasferimento e per graduatoria.

In particolare sono 95 i medici di assistenza primaria inseriti nella graduatoria per trasferimenti, 1.421 quelli collocati nella lista generale, 22 i camici bianchi di Continuità assistenziale che concorrono per trasferimento e 640 le guardie mediche inserite nella graduatoria generale. 
Le assegnazioni avverranno a partire dal 12 al 14 luglio presso la sala auditorium al piano terra dell’isola C3 del Centro Direzionale di Napoli impegnando il primo giorno per i trasferimenti di assistenza primaria. 
Il 15 luglio toccherà ai medici di Continuità assistenziale.
Con l'attuale tornata di assegnazioni la Campania recupera tutti i ritardi che erano stati accumulati negli anni scorsi e da novembre, con la pubblicazione delle nuove carenze dell'anno in corso, rispetterà in pieno l'allineamento temporale tra pubblicazione delle carenze e assegnazioni. 

Ciononostante dalla VIII Municipalità di Napoli giunge il grido di allarme per la carenza di dottori di famiglia. Solo da quest'anno scatta il vincolo nella scelta delle zone in cui insediare lo studio del medico e le aree più periferiche sono quelle meno gettonate. Intanto Italia Viva presenta in merito una interrogazione in Consiglio regionale. “Ci sono 20mila utenti privi di assistenza”. I quartieri penalizzati sono quelli di Chiaiano, Piscinola, Marianella e Scampia, afferenti appunto all’VIII Municipalità del Comune di Napoli, tutti ad alta densità di popolazione. Dopo l'andata in pensione di numerosi operatori di medicina territoriale, che assistevano circa 1.500 pazienti ciascuno, non sono stati finora rimpiazzati.
 “L'assenza dei medici di Medicina Generale, particolarmente avvertita in alcuni quartieri, si riscontra su tutto il territorio cittadino con rilevanti ripercussioni di carattere sociale – sottolineano Tommaso Pellegrino e Francesco Iovino consiglieri regionali del gruppo Italia Viva in Consiglio Regionale – per questo abbiamo accolto il grido di allarme lanciato da Apostolos Paipais, presidente di Italia Viva della VIII Municipalità, presentando un’interrogazione in Consiglio Regionale.
"Sono preoccupato - aggiunge precisa Apostolos Paipais - della imminente scadenza del mandato ai medici assegnati temporaneamente, prevista per agosto".

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A levarsi è anche la voce del capogruppo regionale di Forza Italia Annarita Patriarca (FI): "Da tre mesi denunciamo carenza.

Bene se altri consiglieri si associano a nostra segnalazione, bisogna intervenire. Da oltre tre mesi Forza Italia denuncia la grave criticità che si registra sul territorio di alcuni quartieri di Napoli, dove decine di migliaia di utenti sono privi del medico di base». Nel corso degli ultimi mesi il gruppo di Forza Italia ha rilevato che lo stesso problema sarebbe vissuto in totale da 80mila residenti napoletani. L’allarme proviene anche da popolosi quartieri come Bagnoli, Scampia, Ponticelli, dove in un periodo di pandemia si rischia di innescare ulteriori fronti di crisi dal punto di vista sanitario e sociale». 

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