Guerra in Ucraina, la manifestazione a Napoli: «Contro Putin, contro la Nato»

Guerra in Ucraina, la manifestazione a Napoli: «Contro Putin, contro la Nato»
di Emiliano Caliendo
Sabato 2 Aprile 2022, 21:21 - Ultimo agg. 22:31
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«Contro la guerra di Putin, contro l’imperialismo della Nato», queste le parole d’ordine della manifestazione convocata dal coordinamento pacifista “Rete Napoli contro la guerra”, tenutasi nel pomeriggio tra le vie del centro storico di Napoli. Duecento circa i partecipanti secondo la Questura. Gli attivisti hanno iniziato a incamminarsi in corteo a partire dalle 16,30 in Piazza del Gesù, passando da via Toledo per poi spostarsi tra i vicoli del quartiere Montesanto «perché i ceti popolari sono i primi a pagare il prezzo della guerra». Diverse le sigle di partiti, movimenti e sindacati della galassia della sinistra radicale presenti: i sindacati di base Usb e Slai Cobas, il collettivo Mezzocannone Occupato, i movimenti di lotta per i disoccupati 7 Novembre e Banchi Nuovi, gli ambientalisti di Stop Biocidio, il Fronte della Gioventù Comunista, l’organizzazione Cambiare Rotta, il movimento La Comune e i partiti Rifondazione Comunista e Sinistra Anticapitalista.

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A riassumere le varie posizioni ci pensa il portavoce di Rete Napoli contro la Guerra, Alfonso De Vito: «Siamo in piazza contro la guerra e l'aumento delle spese militari. Condanniamo l'invasione dell'Ucraina ma anche la scelta di intervenire militarmente nel conflitto». Bersaglio dei pacifisti è soprattutto il recente aumento delle spese militari varato dal governo nel decreto Ucraina: «Sosteniamo la popolazione civile tant'è che siamo stati al confine con l'Ucraina per aiutare i rifugiati ad arrivare in Italia; ma chi oggi alimenta la guerra – spiega Alfonso - è perché ha interesse a continuarla, aumentando le spese militari di 14 miliardi. Una minaccia non solo sul futuro dei popoli ma anche uno schiaffo alle difficoltà delle famiglie e dei precari di questo Paese». Presente alla manifestazione anche uno dei volti storici del pacifismo italiano, il missionario comboniano padre Alex Zanotelli. «La mia previsione – avverte Zanotelli - è che se si va avanti così, il minimo che dobbiamo aspettarci in Europa è un’altra cortina di ferro con blocchi contrapposti. Se ciò andrà male i pericoli che dovremo affrontare saranno le esplosioni atomiche e un inverno nucleare. Stiamo giocando con la sopravvivenza dell’umanità su questo pianeta». La critica del religioso è rivolta anche al governo italiano che «sbaglia a fornire armi». «Non giudico gli ucraini, hanno tutto il diritto di difendersi ma dargli le armi – e parlo non solo dell’Italia ma soprattutto degli Stati Uniti – significa che si vuole andare verso una contrapposizione a blocchi in Europa. Con la guerra che più va avanti e più aumenta il rischio che la Russia utilizzi l’atomica», è il monito di Zanotelli che non risparmia una critica alla mancanza di coordinamento del movimento pacifista in Italia. «Sono molto critico con il mondo pacifista – tuona -, si ragiona nella logica dell’ognuno per sé. Assistiamo ad un’incapacità a coordinarsi che fa spavento. Non ci sono più figure come Gino Strada in grado di dire scendiamo in piazza, trascinando migliaia di persone. Il movimento pacifista deve coordinarsi e andare avanti insieme sennò rischiamo grosso». Un punto di vista che non si discosta molto da quello di Sergio, attivista del movimento La Comune: «Serve fare fronte tra i vari movimenti avvicinando le persone volenterose e sensibili a queste tematiche. C’è un’aggressione da parte di Putin e non va bene che si mandino armamenti che contribuiscono all’escalation. Bisogna quindi unire le forze contro la guerra, contro gli Stati, contro Putin e la Nato per rafforzare la solidarietà umana e costruire una rete di pace e valori positivi».

In piazza c’è anche chi la guerra l’ha vissuta in prima persone come la signora Annamaria Scarpocchi di 85 anni. «Scarpe per camminare e occhi per guardare», ironizza così sul suo buffo cognome. E Annamaria, un passato da pittrice, di cose ne ha viste: «Ricordo i bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale quando ci svegliavamo nella notte. Ma c’era una differenza: gli inglesi bombardavano solo i punti strategici, gli americani invece arrivavano con le loro fortezze volanti senza guardare in faccia a nessuno. Si andava nei rifugi speciali, altrimenti utilizzavamo i sottoscala dei palazzi». Annamaria ha una visione del conflitto ben precisa: «È mai possibile che debba predominare un pensiero vecchio come la guerra rispetto all’emergenze quali i morti sul lavoro, le donne massacrate, il pianeta che sta morendo? Ci si riduce alla guerra tra dittatori». E rivolgendosi alle parti in causa afferma: «Ai russi e agli ucraini dico: avete condiviso insieme una storia millenaria e adesso combattete tra di voi, ma com’è possibile? Purtroppo i loro capi gli impediscono di fare altrimenti. A Putin direi: ricordati di Dostoevskij, Tolstoj. Ricordati che appartieni a loro e non renderti autore di queste bestialità. A Zelensky farei una paternale: pensa alla vita del tuo popolo, invece di lanciarlo in questo eroismo fuori tempo. Bisogna essere eroi nel riparare tutti i danni che ci sono». Gli strali principali del corteo sono rivolti al presidente russo Putin che «persegue gli interessi dei suoi oligarchi» ma soprattutto alla Nato che «non è una terza parte ma un attore attivo del conflitto». La manifestazione, complice anche il meteo, si è sciolta in Piazza Matteotti di fronte alla Posta Centrale dov'è stato mostrato lo striscione: «Disertiamo le vostre guerre».

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