Manifesti blasfemi a Napoli, l'ira di don Patriciello: «Gente che non ha niente da dire e da dare»

Manifesti blasfemi a Napoli, l'ira di don Patriciello: «Gente che non ha niente da dire e da dare»
Venerdì 24 Settembre 2021, 19:14
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Il prete anti camorra don Maurizio Patriciello dà voce alla rabbia per i manifesti con bestemmie ad un convegno con centinaia di studenti: «La laicità dello Stato non c'entra proprio niente. Tutti vogliamo vivere in uno Stato laico. C'entrano - e tanto - le zucche vuote di gente che non ha niente da dire e da dare. E cerca di intorbidire le acque per scopi non sempre nobili». Racconta il sacerdote: «Questa mattina a Scafati ho preso parte ( io, prete della chiesa Cattolica) a un convegno con centinaia di studenti, attenti ad ascoltare, Piero Avallone, presidente del Tribunale del minori di Salerno; Patrizia Imperato, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Salerno; il Colonnello Gianluca Trombetti, Comandante dei Carabinieri della provincia di Salerno, il sindaco della città e alcuni insegnanti. Oltre al parroco, don Giovanni. Preti e laici, sotto un caldissimo sole settembrino, che si alternavano al microfono con un solo scopo: il vero bene dei giovani. Questa - e solo questa - è la vera laicità dello Stato. Uno Stato cui sta cuore il bene di tutti - tutti !- i cittadini. Uno Stato non confessionale, non schizofrenico, non dogmatico, non laicista, non ingessato. Uno Stato attento alla propria storia, alla propria cultura, ai propri eroi, ai santi che lo hanno fatto grande, ai valori che gli hanno permesso di essere oggi democratico e civile. Uno Stato aperto, non sadico, non masochista».

«Il comune di Napoli, - dice don Patriciello - invece di perdere tempo in simili imprese, ( e spero non denaro) bene avrebbe fatto a regalare ai ragazzi, in particolare quelli dei quartieri a rischio, una copia dei Fratelli Karamazov di Dostoevskij, invitandoli a leggere e meditare.

O, a una visita guidata e gratuita delle stupende opere d'arte ( laiche e religiose ) che il mondo ci invidia e che tanti giovani non hanno ancora visto. La vera cultura eleva lo spirito, e non mortifica nessuno».

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