Maradona, dopo due mesi la statua è ancora in deposito: mancano i permessi

Maradona, dopo due mesi la statua è ancora in deposito: mancano i permessi
di Valerio Esca
Giovedì 27 Gennaio 2022, 23:03 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 09:22
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È rimasta all’esterno dello stadio per poche ore prima di tornare in deposito. Un’inaugurazione a favore di telecamere e fotografi e nulla di più, quella organizzata in occasione del taglio del nastro per la statua dedicata a Diego Armando Maradona lo scorso 25 novembre. Nonostante la scrosciante pioggia, centinaia di tifosi, addirittura alcuni provenienti da Spagna e Argentina, decisero di rendere omaggio al Pibe de Oro ad un anno dalla sua scomparsa.

Il Comune di Napoli, proprietario della statua donata dallo scultore Domenico Sepe, decise di installare l’opera in bronzo, di oltre 4 metri, all’esterno del settore Distinti, nell’area pre-filtraggio. Luogo individuato per ospitare in maniera permanente la scultura. Ma che fine ha fatto la statua? A due mesi di distanza giace nel deposito di Sepe ad Afragola. Lo stesso destino del tanto annunciato Museo Maradona, con i cimeli donati da migliaia di tifosi, oggi lasciati a marcire all’interno di scatoloni nella pancia dell’impianto di Fuorigrotta. 

«Sono emozionatissima - dichiarò lo scorso novembre l’assessore comunale allo Sport Emanuela Ferrante - la verità è che abbiamo fatto di tutto, sia noi del Comune che Sepe per rendere possibile questa inaugurazione in tempi brevissimi, scavalcando inghippi burocratici. Abbiamo previsto una installazione provvisoria però voglio rassicurare tutti: stasera la togliamo ma la rimetteremo a breve. La statua resterà qui a titolo definitivo». In verità non è andata così. La statua è stata portata via la sera stessa e all’esterno dello stadio Maradona non c’è più tornata, affossata dalla burocrazia. «Siamo in attesa dei permessi del Genio civile - spiega oggi l’assessore Ferrante - speravamo che i tempi fossero più veloci. Purtroppo senza quell’autorizzazione non possiamo riportare l’opera laddove era destinata. Novità di rilievo al momento non ce ne sono e - ribadisce Ferrante - mi sono riproposta di approfondire nei prossimi giorni contattando gli uffici del Genio civile per capire le tempistiche». L’altra statua dedicata a Maradona, quella donata alla società di Aurelio De Laurentiis da Stefano Ceci, ex manager dell’indimenticato campione argentino, è rimasta invece all’interno dell’impianto, nel corridoio esterno agli spogliatoi. «Non l’ho mai vista da vicino - rimarca l’assessore allo Sport - al momento si trova negli spogliatoi, luogo in cui De Laurentiis poteva conservarla senza chiedere il via libera al Comune». 

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«Abbiamo fatto una corsa contro il tempo - spiega Sepe - per poter organizzare l’iniziativa il 25 novembre, una data triste per tutti.

Nel progetto abbiamo inserito tutta una seria di elementi, come per esempio quelli legati alla sicurezza, richiesti per poter esporre in pubblico in maniera permanente l’opera. C’è l’impegno di tutti, mio, dell’assessore, dei tecnici comunali affinché quanto prima si possa posizionare in via definitiva la statua all’esterno dello stadio. Con il cambio di dirigenti si è rallentato l’iter. Adesso il Comune dialogherà con il Genio civile al quale spetta l’ultima parola. Speriamo di poter arrivare quanto prima ad una soluzione. Se i tempi si dovessero allungare si potrebbe organizzare una iniziativa il 5 luglio, data in cui Diego per la prima volta mise piede allo stadio». 

Intanto proseguono le trattative tra la Ssc Napoli e il Comune per risolvere la questione delle morosità del club, 3,409 milioni, nei confronti di Palazzo San Giacomo. De Laurentiis chiede una sorta di scontistica, come previsto tra l’altro dal decreto Rilancio, a causa delle perdite economiche delle società sportive dovute al Covid. Gli avvocati del Napoli e quelli del Comune si sono già incontrati un paio di volte. Sul tavolo l’ipotesi di una rimodulazione dei tempi e dei costi dell’attuale convenzione, che dovrebbe comunque passare per il Consiglio comunale. Si eviterebbe così un’agevolazione tout court rispetto ai debiti accumulati. L’istruttoria è sul tavolo dei dirigenti del Municipio, ma il percorso per arrivare ad una fumata bianca è ancora lungo.

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