L'undicesima città della Campania per numero di abitanti, poco meno di 60mila, vive il periodo più buio della sua storia. Marano, che negli anni Ottanta era diventata la meta più ambita da coloro che da Napoli si trasferivano in provincia, è diventata un caso. Il municipio, oggi retto da una triade commissariale, insediatasi sei mesi fa dopo lo scioglimento per mafia (il quarto in meno di 30 anni), è in default finanziario e i servizi per i residenti - anche quelli essenziali - sono a rischio o già da tempo un lontano ricordo. Il dissesto si è materializzato due anni e mezzo fa e da allora le problematiche si sono ulteriormente acuite.
Nel territorio feudo di potentissimi clan (Nuvoletta, Polverino e Orlando), devastato dalle colate di cemento, manca ormai quasi tutto.
Un capitolo a parte è rappresentato dal personale in servizio in municipio, falcidiato da quota 100, pensionamenti e addii a catena. Al Comune sono rimasti poco meno di 100 dipendenti (la pianta organica ne prevede quasi il triplo) e gli effetti si sentono. All'ufficio tecnico sono in servizio soli tre geometri, due dei quali chiamati ad occuparsi anche di lavori pubblici, manutenzione idrica e scolastica, verde pubblico, oltre che di abusi e pratiche edilizie. Non va meglio al comando della polizia locale, dove ormai da mesi si lavora in condizione di quasi autogestione. In strada sono rimasti meno di dieci vigili, da distribuire su due turni al netto di ferie, permessi e malattie. L'ultimo comandante si è congedato tre mesi fa e da allora non è stato ancora sostituito. Il personale manca un po' ovunque, ma l'Ente non può bandire procedure per l'assunzione di nuove unità. Di queste criticità si è discusso ieri anche in Regione, con il governatore Vincenzo De Luca che ha ricevuto il prefetto Gerardina Basilicata e il questore Giuseppe Garramone, commissari del Comune, nonché il deputato Andrea Caso e il consigliere regionale Pasquale Di Fenza, quest'ultimi originari proprio di Marano.
De Luca ha manifestato la sua disponibilità per l'individuare soluzioni per alleviare le difficoltà dei cittadini. Un impegno che potrà tradursi con lo stanziamento di fondi per verde pubblico, manutenzione stradale e dissesto idrogeologico. Nulla, invece, si potrà fare sul fronte dei fondi ruropei (11 milioni di euro) assegnati a Marano per il restyling di alcune opere pubbliche e per l'installazione del sistema di videosorveglianza, né tanto meno per il nuovo Piano Urbanistico comunale. Dal summit che si è tenuto a Palazzo Santa Lucia è emerso con chiarezza che il Comune è in gravissimo ritardo e rischia di perdere ulteriori opportunità. I commissari, in questi primi sei mesi di lavoro, si sono chiusi a riccio. Le contestazioni nei loro confronti sono ormai all'ordine del giorno. Cittadini e attivisti hanno protestato in municipio e ieri anche davanti alla sede della prefettura. La terna, al netto delle polemiche, ha lavorato prevalentemente sul bilancio. L'obiettivo è quello di risanare i conti e poter espletare - con il via libera del Viminale - le procedure per le assunzioni. La mole di lavoro è enorme. Accanto alle problematiche sorte negli ultimi anni, infatti, tanto resta ancora da fare sul fronte degli allacciamenti idrici illegali (sei famiglie su dieci non pagano l'acqua) e sugli abusi edilizi. Al Comune, a dar manforte ai commissari, sono giunti di recente alcuni rinforzi, che hanno il compito di coordinare e vigilare sulle attività di alcuni settori amministrativi. A breve dovrebbe sbarcare in municipio anche il comandante Luigi Maiello, reduce dall'esperienza nel comune di Giugliano.