Due ville e tre appartamenti abusivi, da tempo acquisiti al patrimonio comunale e assegnati a cinque famiglie del territorio. Il sindaco Rodolfo Visconti ha firmato ieri i decreti che autorizzano i cinque nuclei - tutti inseriti in una graduatoria stilata dagli Istituti autonomi case popolari (Iacp) - a prendere possesso degli immobili. Gli alloggi, alcuni dotati anche di box o posto auto, sono ubicati in via Platone e in via San Rocco. Le cinque famiglie assegnatarie dei beni avevano risposto a un avviso pubblico del Comune nel lontano 2014, nel periodo in cui - sulla scorta di numerose proteste e manifestazioni - l'ente cittadino stava valutando la possibilità di sgomberare le case popolari (a Marano ne furono realizzate circa 100) occupate senza i necessari requisiti. L'iter però, si arenò col passare dei mesi e fu ripreso soltanto un paio di anni fa, quando l'ex dirigente dell'area tecnica del Comune, Pasquale Di Pace, propose all'amministrazione in carica di assegnare agli aventi diritto i beni abusivi mai abbattuti e acquisiti (negli anni Novanta e oltre) al patrimonio del Comune. Una quindicina di immobili sono stati già assegnati nei mesi scorsi e ieri è toccato ad altre cinque famiglie del territorio. Gli appartamenti di via Platone, realizzati da palazzinari in odor di camorra, furono sgomberati due anni fa al termine di un lungo e controverso iter giudiziario e amministrativo.
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L'Ente avrebbe voluto utilizzare, per i medesimi fini, anche la palazzina di via Sant'Agostino, costruita da Vincenzo Polverino, cugino del super boss Giuseppe, tuttora detenuto per associazione mafiosa.
Di recente il Comune di Marano ha affidato (per tre mesi) anche un bene confiscato alla camorra. L'appartamento, uno dei tanti sottratti alle organizzazioni criminali del territorio, si trova nel parco delle Rose ed è stato assegnato a una famiglia anch'essa inserita nella graduatoria per gli alloggi popolari. Il caso ha sollevato un vespaio di polemiche per la mancata pubblicazione di un avviso pubblico, da molti ritenuto elemento indispensabile, ma anche perché la famiglia destinataria del decreto sindacale - al cui interno è presente una persona affetta da grave disabilità - era piazzata oltre la centesima posizione. Non sono mancate le polemiche, anche sul fronte strettamente politico. L'amministrazione cittadina - seppur compulsata da alcuni consiglieri comunali di opposizione - ha deciso di non tornare sui propri passi. La vicenda, ad ogni modo, tiene ancora banco e nel prossimo consiglio comunale del 15 marzo, è prevista un'ulteriore interrogazione sul tema.