Marano, il cimitero è part time:
sconsigliato morire dopo le 13.30

Marano, il cimitero è part time: sconsigliato morire dopo le 13.30
Mercoledì 10 Aprile 2019, 17:33
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«Se dovessi avere la sfortuna di morire a Marano, da qualche giorno rischi di passare una notte interain attesa di essere seppellito, perché in Campania siamo straordinari e non ci facciamo mancare niente, nemmeno il cimitero part-time». Sorrisi amari quelli di Gennaro Tammaro e Alessio Salvato, delegati Efi (Eccellenza Funeraria Italiana), che portano alla luce un nuovo caso assurdo che in queste ore sta creando notevoli disagi a Marano, popoloso comune dell’hinterland partenopeo.
 
L’amministrazione cittadina, con un’ordinanza sindacale (la numero 19) datata 2 aprile 2019, stabilisce che il cimitero osserverà l’orario 7.30-13.30. Tra i motivi indicati, quello della mancanza di personale. «Del resto – provano a sdrammatizzare i due impresari funebri – lo diciamo ormai da tempo ai campani che è il caso di scegliere bene a che ora passare a miglior vita».
 
La verità è che invece questa scelta ha gravissime ripercussioni sul normale svolgimento delle attività cimiteriali. «Si veda il caso di una donna – spiegano Tammaro e Salvato - il cui funerale è fissato nel pomeriggio: dopo il rito, con il cimitero chiuso e interdetto a ogni operazione, la salma dove verrà conservata in attesa della sepoltura?». Non certo al bar. «Abbiamo contattato il sindaco – spiegano i delegati Efi – che ci ha spiegato che esiste una struttura privata, una funeral house, che può sopperire alle mancanze comunali. Questo in una città già in passato segnato da brutte vicende legate a imprese funebri operanti sul territorio, dove invece di tutelare i cittadini si vengono a creare i presupposti per nuove situazioni di imbarazzo e ambiguità, avallando scelte che de facto creano le condizioni per un monopolio privato di un’attività che dovrebbe essere in capo alla macchina statale».
 
«La nostra proposta – chiudono Tammaro e Salvato – è che venga predisposto un tariffario per i servizi che, ahimè, dovrebbero essere ordinari ma vanno considerati extra e di cui possano farsi carico le imprese funebri. Quantomeno per tutelare la dignità dei morti che rischiano di passare la loro ultima notte all’addiaccio prima del riposo eterno».

 
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