L'immagine della Vergine di Pompei è di nuovo venerata dai fedeli della chiesa di Maria Santissima della Cintura e della Consolazione. Ma non è più quella che fino alla fine di marzo si trovava sulla stessa parete, donata 40 anni fa dal defunto boss Lorenzo Nuvoletta. La targhetta posta dove prima c'era quella che recitava A devozione - Lorenzo Nuvoletta» dice adesso che si tratta di un dono del Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario di Pompei. Un dono del vescovo della città mariana, dunque, per archiviare una vicenda che, dopo il caso sollevato dal Mattino, aveva suscitato sdegno e spinto il vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, a ordinare la rimozione di questo e di un secondo quadro, raffigurante l'immagine di Santa Rita, anch'esso frutto di una vecchia donazione del padrino di Marano alleato con i Corleonesi di Totò Riina. Don Salvatore Trionfo, il rettore della piccola chiesa adiacente il cimitero di Marano, è tornato a sorridere dopo un periodo segnato da non poche traversie personali. «Il nuovo quadro della Vergine di Pompei è molto bello e il suo arrivo in chiesa è stato accolto con entusiasmo dai fedeli: nei prossimi giorni installeremo anche quello di Santa Rita, in arrivo dal monastero di Cascia».
Quella giusta, adeguata conclusione auspicata da tanti è arrivata proprio nel mese dedicato alla Beata Vergine, tanto caro alla devozione popolare. «Il 22 - aggiunge don Salvatore - celebreremo una santa messa in onore di Santa Rita, poi il 31 chiuderemo con un'altra funzione il mese mariano».
I quadri donati dal boss sono stati rimossi all'alba del 30 marzo. Il vescovo Battaglia, in una nota, chiarì che «il percorso del Vangelo è incompatibile con quello delle iniquità a qualsiasi livello», aggiungendo che «la decisione è stata presa per non turbare gli stessi fedeli, disorientandoli con azioni che potrebbero anche lontanamente essere ricondotte ad una ambiguità tra vangelo e vita, per riaffermare il primato della coscienza, illuminata dalla fede, che ci invita ad amare la verità e la giustizia». Dalla Curia oggi non arrivano conferme, ma è probabile che sia stato lo stesso vescovo a muoversi sottotraccia perché le due nuove immagini sacre arrivassero direttamente dai rispettivi luoghi di culto della Madonna del Rosario e di Santa Rita.