Marano, messa in sicurezza area Pip: il Comune intimerà i lavori alla ditta dei Cesaro

Marano, messa in sicurezza area Pip: il Comune intimerà i lavori alla ditta dei Cesaro
di Ferdinando Bocchetti
Giovedì 15 Febbraio 2018, 16:25
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Il Comune di Marano prova ad uscire dall'impasse sull'area industriale di via Migliaccio, da oltre un anno e mezzo oggetto delle indagini della Procura di Napoli. I commissari straordinari, accompagnati da tecnici e dirigenti, hanno spiegato ai magistrati inquirenti come l'ente intende muoversi per ottenere la messa in sicurezza delle strade e delle infrastrutture del polo produttivo realizzato da una società di scopo, la Iniziative industriali di Sant'Antimo, fondata dai fratelli Raffaele e Aniello Cesaro, entrambi detenuti nel carcere di Terni con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Il Comune, sollecitato a più riprese dalla Procura partenopea, ha deciso di intimare l'avvio dei lavori all'attuale curatore giudiziario della ditta di Sant'Antimo, vincitrice di un bando di gara nel 2005, e di agire (eventualmente) in danno all'impresa in caso di sua inottemperanza. Le relazioni tecniche, frutto del lavoro dei periti nominati dal Comune e dalla Procura, non lascerebbero spazi a dubbi e interpretazioni di sorta: la Iniziative industriali non ha eseguito l'opera (rete elettrica, rete fognaria e del gas) a regola d'arte e, pertanto, deve accollarsi i costi per la messa in sicurezza.

Quantificato anche l'importo dei lavori, che dovrebbe essere al di sotto dei 100 mila euro. Fondi che il Comune potrebbe esser costretto ad anticipare se la curatela giudiziaria della ditta dovesse fare ostruzionismo. In quel caso il costo degli interventi sarebbe anticipato dall'Ente, che avrebbe però la possibilità di rescindere il contratto con la Iniziative industriali (per inadempienza contrattuale) ed acquisire strade e capannoni al proprio patrimonio immobiliare. Discorso a parte invece per il rifacimento ex novo dei sottoservizi. Quei lavori - che nessuno al momento può accollarsi - costeranno tra i due e i tre milioni di euro. Per questo secondo step si tenterà la strada del dialogo con la Regione, nella speranza che Palazzo Santa Lucia possa concedere un finanziamento (sarebbe il secondo per l'area Pip di Marano) utile a scongiurare la chiusura dell'intera area e delle attività. 
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