Petagna, Burlon e Sfera investono su Napoli. Lo stilista: «Come Maradona, feeling con la città»

Petagna, Burlon e Sfera investono su Napoli. Lo stilista: «Come Maradona, feeling con la città»
di Bruno Majorano
Martedì 20 Aprile 2021, 08:31 - Ultimo agg. 21 Aprile, 09:35
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Andrea Petagna (calciatore), Sfera Ebbasta (rapper) e per concludere il terzetto Marcelo Burlon (stilista): questi i tre imprenditori proprietari del marchio Healthy Color, la catena di healthy fast food, pronta a sbarcare a Napoli. Marcelo Burlon è un imprenditore argentino, noto a livello internazionale per il brand County Of Milan: uno dei must-have del mondo streetwear, con il suo logo divenuto iconico e che ha visto divenire il capoluogo partenopeo uno dei poli più caldi di diffusione del brand nel mondo.


Dopo i locali a Milano e Roma, Healthy Color sbarca a Napoli: come è nata questa scelta?
«È arrivata naturalmente: dopo due città così importanti come Milano e Roma non potevamo non aprire a Napoli.

Io addirittura avrei aperto a Napoli anche prima di Milano e Roma, ma sono entrato in società in corsa e le prime aperture erano già state programmate».


Perché, per lei cosa rappresenta Napoli?
«Napoli per me è qualcosa di unico. Quello che è successo tra me e la città non ha paragoni. Le mie grafiche sono entrate nell'immaginario collettivo della città, non soltanto tra chi è più attento alla moda. Napoli mi emoziona sempre. Sembra di tornare a casa ogni volta».


Lei è un altro argentino a Napoli: se le dico Maradona?
«Diego rappresenta il popolo ed io sono lo stilista del popolo».

Ma torniamo a Healthy Color: cosa vuol dire investire nella ristorazione in un momento come questo?
«Innanzitutto vuol dire avere fiducia. Fiducia nel cambiamento che stiamo vivendo, fiducia nelle persone, ma purtroppo meno fiducia in chi ci governa».

Avete scelto due zone come il Vomero e Corso Umberto I per i vostri locali: da cosa è stata dettata questa decisione?
«Quello del Vomero sarà un locale in franchising, in una zona molto bella e particolare della città. La location è stata selezionata dai nostri partner franchising che conoscono molto bene la realtà del quartiere. Mentre quello di Corso Umberto I è stato scelto da noi in quanto il locale si troverà in un punto nevralgico della città, vicino all'Università e a molti uffici: insomma, vicino a tutte persone che nella quotidianità hanno bisogno di mangiare healthy».


È consapevole di portare a Napoli, una delle capitali del cibo, un prodotto del tutto nuovo?
«L'impatto su Napoli credo che sarà molto importante. Tra me e i miei soci abbiamo un grande seguito in Campania. Con Healthy Color non vogliamo entrare in competizione né fare scuola a nessuno, ma il nostro pubblico giovane magari può iniziare a mangiare più sano grazie a noi».


Ecco, come descriverebbe il concept di Healthy Color?
«Healthy Color è il modo più veloce per mangiare cose buone ma healthy. Nella frenesia della vita delle grandi città spesso ci si dimentica quanto sia importante aver cura del proprio organismo. Con Healthy Color cerchiamo di far felici sia il nostro palato che il nostro corpo. E dato che anche l'occhio vuole la sua parte, il design di Healthy Color è unico e realizzato a mano. I nostri store sembrano provenire dal futuro».


I suoi compagni di avventura sono Andrea Petagna e Sfera Ebbasta: che tipi sono?
«Sfera e Petagna sono dei grandi amici. Tra noi c'è una grande sinergia e intesa. C'è molto rispetto reciproco e soprattutto ci accomunano molte cose. Veniamo tutti e tre da mondi ed esperienze diverse, metterle insieme su un progetto del genere è una bellissima avventura».


Peraltro lei è legato a Napoli anche dal punto di vista sportivo come dimostrato dalle maglie realizzate per gli azzurri nella gara di domenica scorsa contro l'Inter: come è nata la collaborazione?
«È nata grazie a Kappa, con i quali ho fatto in passato due collaborazioni che hanno avuto molto successo a livello internazionale. Appena mi hanno fatto la proposta mi sono emozionato».


Ci dia un indizio: potrebbe essere la prima di un percorso?
«Non posso negare che sarebbe bellissimo continuare questa collaborazione, ma va detto che non dipende da me».

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