Le storie di Carmine, Rosa, Filippo, Naditza, Pino, Kubra e gli altri reclusi dell'istituto di pena minorile stanno facendo impazzire i giovanissimi e non solo. Tanto che da Napoli, dove la serie è ambientata, è partita una delle iniziative per discutere sul tema della giustizia minorile traendo spunto dalle vicissitudini di un gruppo di ragazzi "difficili" sul piccolo schermo.
E a lanciare il "meme" sono gli stessi interpreti come Giovanna Sannino, che veste i panni di Carmela, moglie del baby boss Edoardo il cui ruolo è affidato a Matteo Paolillo: «Il messaggio che vogliamo veicolare è di speranza e condivisione, perché nessuno si salva da solo».
«La situazione negli istituti penitenziari minorili è drammatica in quanto le pene detentive quasi mai svolgono il loro ruolo costituzionalmente assegnato di riabilitazione, rieducazione e reinserimento. Dal momento che a Napoli esiste il "caffè sospeso", ci auguriamo che anche per la gioventù la società si faccia carico di sostenere chi ha incontrato ostacoli durante il percorso di crescita», spiega Santosuosso. Tra gli ospiti anche Fabrizio Corona, insieme ai consiglieri comunali Luigi Carbone e Gennaro Demetrio Paipais, all'attrice Anna Capasso, a Hilarry Sedu, consigliere Ordine avvocati, a Gianluca Guida, direttore carcere di Nisida: «Occorre che il Parlamento riveda la legge sul sistema carcerario, che si abolisca il 41bis che è anticostituzionale e vi siano misure cautelari alternative». Chiara Marciani, assessore comunale ai giovani, ha sottolineato «quanto sia fondamentale la cooperazione tra associazioni, enti e istituzioni per creare un percorso di rinascita per i ragazzi in difficoltà o che hanno commesso errori».
Ma le vere star dell'evento sono stati alcuni dei protagonisti di "Mare Fuori", che non si sono sottratti ai selfie con i fans e ai flash dei fotografi: oltre alla Sannino, Gaetano Migliaccio (Salvo) e Antonio D'Aquino (Milos) accompagnati da Agostino Chiummariello (l'agente penitenziario Gennaro). A far riflettere i dati snocciolati dal garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello «In Italia sono 14mila i giovani reclusi, di cui 6.400 campani e di questi 27 sono in cella per omicidio. Tra il dire e il fare ci deve essere di mezzo il coraggio: questo vorrei fosse lo slogan della politica».
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