Trentaquattro anni, tanti quanti ne avrebbe compiuti oggi Mario Paciolla, il cooperante dell'Onu trovato senza vita lo scorso 15 luglio nella sua casa di San Vicente de Caguan, in Colombia, dove il giovane napoletano lavorava ad un progetto delle Nazioni Unite per il reintegro degli ex combattenti delle Farc.
Una morte ancora avvolta dal mistero: prima la notizia di un suo presunto suicidio, poi - anche grazie alle inchieste della giornalista colombiana Claudia Julieta Duqe - si è compreso come Paciolla possa essere stato ucciso. Due le inchieste sul caso, una in Colombia e l'altra ancora in corso da parte della Procura di Roma dove è stata effettuata una seconda autopsia sul cadavere del 33enne partenopeo. Otto mesi di silenzi e di dolore.
IL DOLORE
Oggi pomeriggio, nel giorno del suo 34esimo compleanno, Mario sarà ricordato dai suoi genitori, Anna e Giuseppe.
L'INDAGINE
Sul caso Paciolla potrebbero esserci presto nuovi sviluppi giudiziari. La tesi del suicidio, sostenuta inizialmente dalle autorità colombiane, è stata esclusa sin dal principio dalla famiglia e non ha trovato al momento conferme neppure dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di omicidio. Le indagini, delegate ai carabinieri del Ros e coordinate dal procuratore aggiunto Lucia Lotti, sono in attesa dell'esito degli ultimi esami scientifici, visto che l'autopsia non ha offerto una risposta definitiva. Diverse sono però le testimonianze raccolte utili a far chiarezza, come un incontro richiesto da Mario ad un'altra cooperante in Colombia il giorno prima della sua morte e al quale Paciolla non si sarebbe presentato. L'altro indizio raccolto dagli inquirenti è il biglietto per rientrare a Napoli acquistato per il 20 luglio da Mario che, probabilmente, voleva fuggire da una situazione ormai diventata insostenibile. Tutti elementi che rendono complesso credere alla tesi del suicidio. Tanti sono stati pure i tentativi tentativi di depistaggio. I sospetti sono giunti anche su Christian Thompson Garzón, ex-militare e capo della sicurezza della Missione Onu che, arrivato per primo nell'abitazione di Paciolla, si sarebbe fatto consegnare le chiavi di casa e dato ordine di pulire con candeggina tutti gli spazi dell'abitazione. Mario era entrato in rotta di collisione proprio con Thompson, come testimoniano alcuni messaggi rinvenuti dagli inquirenti e inviati giorni prima della sua morte. Del responsabile Onu, però, non si hanno notizie e al momento nonostante le promesse delle Nazioni Unite, non avrebbe ancora collaborato con le autorità italiane. Mesi di silenzi e una verità ancora tutta da trovare. Oggi Mario avrebbe compiuto 34 anni e la sua morte grida ancora giustizia.