Marta Cartabia a Napoli: tour in tre tappe per rilanciare la giustizia al palo

Marta Cartabia a Napoli: tour in tre tappe per rilanciare la giustizia al palo
Martedì 20 Luglio 2021, 08:30 - Ultimo agg. 19:04
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Un tour in tre tappe per toccare con mano i problemi ormai strutturali che scontano i tribunali campani tra processi arretrati e lentezza dell'azione giudiziaria. Il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, sarà oggi a Napoli: prima un incontro con i vertici della Corte d'Appello e della Procura nella cittadella giudiziaria del Centro direzionale, poi una lectio magistralis all'università Federico II e, infine, tappa al Tribunale di Aversa dove la situazione - soprattutto sul fronte della mancanza di personale - resta di sofferenza. Numeri drammatici, ancor più aggravati dalla pandemia. Una visita, quella del ministro, proprio nel mentre Cartabia ha varato in Consiglio dei ministri una riforma della giustizia che potrebbe tamponare parte dei problemi, ma è una riforma che rischia di essere depotenziata dalle fibrillazioni politiche soprattutto per l'avversità di una parte del Movimento 5 Stelle. 

Quando oggi il ministro della Giustizia incontrerà il presidente della Corte d'Appello di Napoli, Giuseppe De Carolis di Prossedi, questi non potrà far altro che illustrare una situazione ormai allo stremo.

Anche per questo Cartabia verrà per illustrare il suo piano di istituzione dell'ufficio del processo e il piano di assunzioni per implementare gli organici nei tribunali. A Napoli è soprattutto il settore penale a scontare il cumulo maggiore di lavoro arretrato. Le pendenze nell'ultimo anno sfiorano le 110mila nel distretto, e sono aumentate del 26% al Tribunale dei minorenni e del 17% al Tribunale di Sorveglianza. In Corte d'Appello la pendenza totale supera i 55mila processi e, per i nuovi procedimenti, il numero è quello più alto d'Italia. Basti pensare che una sola sezione della Corte d'appello di Napoli ha più processi di tutte le sezioni della Corte d'Appello di Milano. Oggi a Napoli si sta fissando ancora la trattazione dei processi del 2013, anche perché le varie fasi processuali durano mediamente un tempo enormemente maggiore rispetto al resto d'Italia anche a causa delle centinaia di maxi-processi con un numero consistente di imputati. Un processo in Appello a Napoli dura, mediamente, 5 anni e mezzo. Anche a causa del carico pro-capite per ogni magistrato. A fronte di 86 magistrati in Appello, ci sono 143 dipendenti nelle cancellerie. Per fare un raffronto basta guardare nella vicina Benevento dove si contano 31 magistrati e 145 dipendenti. Una situazione che, in secondo grado di giudizio, finisce con il rendere inutile tutto il lavoro precedentemente svolto perché poi arriva la tagliola della prescrizione. Solo nell'ultimo anno i procedimenti penali che a Napoli si sono conclusi con l'estinzione del reato perché si sono superati limiti massimi di tempo per tenere una persona sotto processo, sono stati 3.626, pari al 39,6%. Un tema, quello della prescrizione, che il ministro sta cercando di affrontare con decisione perché se da un lato i processi terminano a causa del troppo tempo trascorso, dall'altro si rischia di creare la figura dell'imputato a vita in assenza di misure che garantiscano la ragionevole durata dei processi come richiede da tempo l'Europa. 

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Il ministro sarà ricevuto oggi al Palazzo di Giustizia dove incontrerà il presidente De Carolis, il procuratore generale Luigi Riello e il presidente dell'ordine degli avvocati Antonio Tafuri. Qui Cartabia illustrerà la sua riforma e l'introduzione dell'Ufficio del processo: una struttura organizzativa a supporto dell'attività dei magistrati con l'obiettivo di snellire i tempi dei procedimenti. Con i fondi del Pnrr si prevede un piano di assunzioni straordinario per 16.500 nuovi laureati. Stesso tema che sarà trattato alla Federico II dove Cartabia sarà ricevuta dal rettore Matteo Lorito e dal direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Sandro Staiano

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