Mascherine, nuovo furto a Napoli. S'indaga sul mercato nero: «È il business del Covid»

Mascherine, nuovo furto a Napoli. S'indaga sul mercato nero: «È il business del Covid»
di Leandro Del Gaudio
Sabato 15 Gennaio 2022, 09:00 - Ultimo agg. 16 Gennaio, 09:05
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Ci mancava anche questo nella città dilaniata da due anni di pandemia, di crisi economica, di lacerazione sociale, con interi settori della società civile fermi in attesa di una ripartenza definitiva. Ci mancava anche che venisse fuori una sorta di sciacallaggio sull'emergenza, con tanto di mercato nero di mascherine, igienizzanti, insomma del kit della sopravvivenza con cui siamo abituati a convivere. Un mercato nero, che si alimenta di furti mirati, il più delle volte a danno di enti no profit e associazioni di volontariato. Ma partiamo dai dati di fatto: siamo a Ponticelli, nei pressi di rione De Gasperi, dove - nel giro di qualche giorno - hanno messo a segno un paio di furti mirati, portando via migliaia di esemplari di mascherine Ffp2 e di interi stock di igienizzanti (parliamo di merce made in Italy, non di importazione cinese, per essere chiaari). E non è la prima volta in queste settimane, che si verificano episodi di questo tipo, a dimostrazione dell'esistenza di un business illegale sull'emergenza covid. 

Restiamo a Ponticelli, agli ultimi due episodi più gravi. È di ieri l'ultimo colpo. Poco dopo la mezzanotte, i carabinieri hanno notato due soggetti che si incamminavano con due pacchi sulle spalle. Siamo in via Metamorfosi, a pochi passi da rione De Gasperi, quando due uomini hanno provato ad eludere l'intervento dei militari, gettandosi a terra e mimetizzandosi tra le erbacce. Avevano con sé degli scatoloni, dai quali sono spuntate quattromila mascherine Ffp2 e 11 flaconi di detergente disinfettante. Erano stati trafugati dall'associazione di volontariato Oltre il confine, che doveva distribuire quel materiale ai più bisognosi. Nello stesso plesso, anche un'altra onlus - parliamo dei Maestri di strada - anch'essa in prima linea in questo periodo per portare assistenza alle famiglie rimaste prive di punti di riferimento, soprattutto sotto il profilo della lotta al contagio e della necessità di reperire ogni giorno dei kit di sopravvivenza. A mettere a segno il furto, due uomini già noti alle forze dell'ordine, parliamo di Salvatore B. e di Mario P. che sono stati denunciati a piede libero, per l'ipotesi di furto.

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Un episodio molto simile accaduto, nella stessa zona, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, in via Curzio Malaparte (da cui è possibile accedere tra i caseggiati di rione De Gasperi). Un episodio, quest'ultimo, che è stato denunciato solo ieri pomeriggio dai vertici di Atelier Re Mida, altro organo nato non a scopi di lucro: anche in questo caso, qualcuno ha portato via uno stock di mille mascherine, gel igienizzanti e generi alimentari.

Due colpi che vanno comunque ad aggiungersi a quanto avvenuto di recente, non solo a Ponticelli, ma in altri punti dell'area metropolitana, dove c'è chi ha fiutato l'affare ormai da tempo. Business, speculazione scellerata. Al lavoro i carabinieri del comando provinciale e - per quanto riguarda i due episodi avvenuti a Ponticelli - i miliari della compagnia che opera sul territorio della periferia orientale.

Proviamo a fare due conti, nelle tasche di soggetti senza scrupoli: se le quattromila mascherine venivano vendute a cinquanta centesimi - prezzo assolutamente concorrenziale rispetto al calmiere governativo di 0.75 centesimi - avrebbero garantito incassi per duemila euro. Stesso discorso per gli altri furti e maneggi consumati in queste settimane. Inevitabile a questo punto una domanda: a chi erano destinati mascherine e igienizzanti? È evidente che esiste una sorta di borsa nera, che si nutre della collusione (se non della sola disperazione) di altri compratori. Verifiche in corso nel circuito delle farmacie (non solo nel Napoletano ma anche in altri contesti cittadini), c'è la convinzione che qualcuno si sia prestato a fare da ricettatore della refurtiva trafugata, magari riuscendo a ripulire con finte bolle di accompagnamento scorte di materiale sempre più difficili da tracciare.

Ma non è tutto. C'è un altro versante destinato alle verifiche. E riguarda il circuito delle vendite on line. Internet come frontiera illimitata, in un periodo destinato ad offrire altri momenti critici, per quanto riguarda il reperimento di dispositivi di protezione individuale. Uno scenario preoccupante, anche alla luce di una circostanza tutta da mettere a fuoco. Fino a questo momento, ad essere vendute sui canali del web sono stati soprattutto prodotti di provenienza estera. Mascherine o igienizzanti di fabbricazione russa o cinese, che - per forza di cose - venivano venduti a bassissimo costo. Diverso è il caso del made in Italy. Spiegano al Mattino, alcuni operatori del sociale colpiti dal tentato furto della scorsa notte: «Rubare migliaia di mascherine significa accanirsi soprattutto su donne e bambini incapaci di proteggersi e vulnerabili di fronte al virus». 

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