Napoli, l’ispezione segreta nella scuola del Presidente Mattarella

Napoli, l’ispezione segreta nella scuola del Presidente Mattarella
di Daniela De Crescenzo
Lunedì 24 Agosto 2015, 09:02 - Ultimo agg. 16:32
4 Minuti di Lettura
Non è una scuola come tante quella che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scelto per inaugurare l’anno scolastico. Lo hanno capito subito i funzionari del Quirinale che a fine giugno sono arrivati, in incognito, a Ponticelli.



«Il capo della segreteria del Quirinale e quello dei servizi di sicurezza si presentarono come ispettori del ministero. Mi chiesero di visitare la scuola: girarono tra aule, laboratori, palestra e teatro - racconta il dirigente scolastico dell’istituto, Paolo Pisciotta -. Poi entrarono in presidenza. Alle spalle della mia scrivania ho voluto la pagina del Mattino dedicata alla manifestazione organizzata per ricordare Davide Sannino, il nostro studente ammazzato nell’estate del 1996 perché aveva osato guardare in faccia il malvivente che voleva rubare il motorino del suo amico. Dopo la sua uccisione i ragazzi e i professori misero in scena “La Cantata per Davide” e al teatro Politeama la proposero alle scuole napoletane. “Un teatro scavato in trincea” titolò il Mattino. Gli uomini del Quirinale notarono subito quello che è diventato il nostro manifesto per la legalità. Io raccontai la nostra storia».



Una storia dura e difficile. L’istituto professionale Davide Sannino è una scuola che segna il confine. Nelle sue aule ogni giorno si contende il terreno alla criminalità. La posta in palio: le vite dei ragazzi in bilico tra lavoro e disperazione, impegno e malavita. Le armi sono lo studio e la speranza di un lavoro. Tanti gli indirizzi da scegliere: enogastronomico, accoglienza turistica, audiovisivi, odontotecnico, moda, elettrico ed elettronico. Nelle aule settecento alunni che ogni giorno partono da via De Meis, dal rione De Gasperi, dai rioni della ricostruzione abbandonati al degrado. Da venti anni, ogni giorno i professori li contano.



Ogni banco vuoto è una speranza in meno. Ne hanno persi tanti da quando il preside di allora, Enrico Rocco che per venti anni ha diretto l’istituto, decise che la scuola portasse il nome di quel suo studente diventato eroe senza averlo deciso. Non tutti ce la fanno: c’è chi abbandona le lezioni, chi cede alla tentazione dei soldi a palate, chi non resiste di fronte alla prospettiva di un lavoro che non c’è. Chi, semplicemente, decide che allo studio preferisce la pistola. Ma c’è anche chi grazie a quelle aule riesce a imboccare una strada diversa. E c’è chi ogni tanto domanda: «Chi era Davide?» e guardando la sua faccia pulita, decide che vale la pena di provarci. Il nome di quella scuola, Davide Sannino, ogni anno viene pronunciato il 21 marzo insieme a quello di Piersanti Mattarella, fratello del nostro Presidente, nella giornata dedicata al ricordo delle vittime delle mafie. Anche per questo la scelta di Mattarella non può sorprendere.



«Il 29 giugno mi arrivò una telefonata sul cellulare - ricorda Pisciotta - ”Le chiedo scusa perché le ho detto una bugia” mi disse quello che io credevo fosse l’ispettore ministeriale. E poi mi spiegò: ”Sono stato inviato dal Quirinale”. Io rimasi impietrito, non sapevo proprio cosa mi stesse capitando. Ma non era finita: ”La chiamo, però, per darle una buona notizia: il Presidente ha deciso di non inaugurare l’anno scolastico al Quirinale, ma in una scuola di periferia: la sua. È stata scelta perché è un simbolo di legalità, averla intestata a una vittima della criminalità è un segno preciso». Dopo quella telefonata è partita l’organizzazione della mattinata a cui parteciperà anche il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini (lo scorso anno, il forfait all’ultimo momento del sottosegretario Davide Faraone scatenò le polemiche): gli incontri continuano a susseguirsi tra Napoli e Roma per mettere a punto la scaletta degli interventi. Un’impresa non facile: la giornata sarà anche ripresa in diretta dalla Rai. Protagonisti saranno i ragazzi, come è già successo all’Ipc di Miano, un’altra scuola di periferia, quando nel 1999 l’anno scolastico fu inaugurato dall’allora vice presidente del consiglio Sergio Mattarella. Il 28 settembre nel cortile dell’istituto di Ponticelli ci saranno rappresentanze di studenti da tutt’Italia e molti ragazzi metteranno in scena delle performance.



I ragazzi del Sannino già hanno deciso: per il Presidente canteranno «Il sogno», il motivo che hanno scelto anche come inno dell’istituto. «Finalmente dopo un anno siamo qui, quanta fatica ci portiamo addosso solo per pochi minuti lunghi un’eternità. Realizzeremo il sogno prima o poi, ma la paura non ci abbandona mai e far sta male da piangere poi ridere...», intoneranno su un ritmo travolgente. Parole di speranza che sembrano l’esatto contrappunto di quelle scelte venti anni fa dagli amici di Davide: «E questi siamo noi, i ragazzi dell’inferno. E questa è la nostra città, la nostra vita, la morte di uno di noi. Questa è la nostra rinascita. Il sogno di una città di ragazzi pulita. Libera, dolce come dolce è la speranza».