Matteo, Gerardo, Giovanni e Antonio: la storia dei quattro ragazzi napoletani morti sul ponte di Genova

Matteo, Gerardo, Giovanni e Antonio: la storia dei quattro ragazzi napoletani morti sul ponte di Genova
di Francesca Raspavolo
Mercoledì 15 Agosto 2018, 16:16 - Ultimo agg. 19:13
3 Minuti di Lettura
TORRE DEL GRECO - Due città di mare unite da un unico tragico destino. 
Stamattina Torre del Greco piange quattro giovani, morti mentre cercavano divertimento. 



Matteo Bertonati 
Il rampollo di una delle dinastie di corallari più antica, nobile e ricca di Torre del Greco, nel suo futuro l'azienda di famiglia e la tradizione dell'oro rosso da rinnovare, per mantenere viva la memoria di un antico mestiere. Matteo era un predestinato, chi lo conosceva lo ricorda come pura gioia, un inno alla vita: appassionato di viaggi, mare, calcio e musica rock, girava il mondo ma poi tornava sempre nella sua Torre del Greco. Sapeva come divertirsi ma era anche un ragazzo molto serio e disciplinato, così che lo descrivono tutti. La famiglia era la sua bussola, la mamma Alina Donadio, il fratello Salvatore, la sorella Leri. Matteo stava andando proprio da lei a Nizza e aveva scelto di andare in compagnia dei suoi più cari amici, sicuro che insieme si sarebbero divertiti, ancora una volta. 

Gerardo Esposito 
Gli amici lo chiamavano Gerry, forse anche in virtù del suo amore per Londra, per l'Inghilterra e per l'estero, dove avrebbe voluto trasferirsi: 30 anni, la faccia d'angelo, sempre elegante nei suoi completi giacca-pantaloni, Gerardo si dedicava totalmente alla famiglia e agli amici, ma poi si ritagliava del tempo per i suoi hobby, le barche, i motori, i viaggi. Era un tecnico manutentore e stava cercando lavoro: il suo quartiere d'origine - Cappella Bianchini - si era mobilitato in massa per trovargli un'occupazione. "Aveva tanta voglia di fare, voleva diventare un uomo importante, non meritava questo destino".

Giovanni Battiloro
Con quei capelli lunghi e prematuramente argentati, era impossibile non notarlo: Giovanni, 30 anni, la chioma brizzolata a dispetto della giovane età, era un bravissimo video-operatore della Sicomunicazione. Il cinema era la sua ragione di vita, aveva studiato alla scuola di Roma e lavorava come montatore freelance: da anni ormai la macchina fotografica lo guidava in lunghi e avventurosi viaggi in sella alla moto, altro suo grande hobby, per realizzare reportage e videoinchieste. Dall'emergenza rifiuti ai roghi sul Vesuvio da volontario, dalle spiagge spagnole ai paesaggi, dai tramonti ai fatti di cronaca, Giovanni aveva emozionato tutti con i suoi scatti incantati. Per lui il cordoglio dei giornalisti che lo ricordano come "un grande professionista del mondo dell'informazione".

Antonio Stanzione 19 anni
Antonio era il più giovane dei quattro amici di Torre del Greco morti nel crollo del ponte Morandi: 19 anni appena, gli occhiali da sole anche di sera, il ciuffo castano scompigliato sulla fronte spaziosa e il viso da modello, Antonio era un promettente deejay. La sua passione per la musica dance gli aveva fatto guadagnare un certo seguito. Il 7 agosto, la settimana scorsa, aveva suonato in un locale: l'ultima volta dietro la consolle prima di partire per la vacanza nella quale ha poi trovato la morte. Sulla sua bacheca Facebook l'immagine di una serata in una discoteca spagnola in programma domenica prossima. "Domani sera sarò a Barcellona", aveva scritto agli amici virtuali, contando le ore che lo separavano dal divertimento. Una festa alla quale Antonio non potrà partecipare.

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