Trent'anni fa moriva per mano di un sicario - nel quartiere di Chiaia, a Napoli - Maurizio Estate, vittima innocente della criminalità. Aveva appena 23 anni Maurizio quando coraggiosamente intervenne per mettere in fuga due malviventi che avevano tentano di rapinare l’orologio ad un cliente dell’autolavaggio di famiglia. Poco più tardi arrivò un individuo incappucciato che, a bordo di una Vespa, gli sparò a bruciapelo un colpo al petto, uccidendolo.
Cerimonia, stamattina, nel luogo del delitto per ricordare la figura di questa giovane vita strappata al futuro e alla famiglia da una mano assassina. Al ricordo erano presenti i familiari, tra i quali il nipote Davide, la Fondazione Polis; Libera, rappresentata da Don Tonino Palmese; la Federazione Antiracket-FIA; le istituzioni rappresentate dal vice-sindaco Laura Lieto, Giovanna Mazzone presidente della Municipalità I, Benedetta Sciannimanica assessore della Municipalità I e dal deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli.
«Non c’è a Napoli, in questo quartiere, un simbolo che rappresenti Maurizio, come un murale, che vada a contrastare chi sta affermando con prepotenza il culto della criminalità - ha dichiarato Davide Estate - Il murale, però, non deve essere imposto ma deve nascere spontaneamente come volontà popolare.
«Vorremmo che la città intera si rivoltasse contro la propaganda dei clan e gli omaggi ai criminali, e che finalmente rendesse onore soltanto ai veri eroi dei nostri tempi. Noi ci batteremo sempre affinché ciò possa finalmente avvenire e la cultura camorristica possa essere messa alla porta», ha sottolineato il parlamentare Francesco Emilio Borrelli.