Bonus, lavori fantasma: nella maxi-truffa anche parcheggiatori e boss

Bonus, lavori fantasma: nella maxi-truffa anche parcheggiatori e boss
di Marco Di Caterino
Mercoledì 29 Giugno 2022, 06:55 - Ultimo agg. 07:10
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Bonus che arriva, truffa che trovi. E quella scoperta dai militari della guardia di finanza è una della più grosse e articolate su bonus facciate e superbonus 110, tanto che è stato eseguito un sequestro preventivo di 772 milioni di euro, ai danni di 143 tra persone fisiche (il 70 per cento è risultato beneficiario o richiedente del reddito di cittadinanza) e giuridiche tra le province di Napoli e di Caserta.

Tra gli ideatori della truffa, i finanzieri del gruppo di Frattamaggiore, diretto dal maggiore Carmine Bellucci, hanno individuato anche parcheggiatori abusivi (con precedenti penali), teste di legno capaci di aprire e chiudere nelle stessa giornata ditte cosiddette «cartiere», senza partita Iva, e persino titolari di attività produttive e commerciali che nulla hanno a che fare con il settore edile. Gli inquirenti hanno anche accertato la responsabilità di persone contigue con i clan della camorra. Tra queste un killer dei casalesi, che poco dopo l’arresto era diventato un collaboratore di giustizia. E non solo. Nel tourbillon di uno sfrontato malaffare, c’è stato anche chi, pur essendo detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, non solo aveva ottenuto 34 milioni di euro per la ristrutturazione della sua abitazione, ma aveva anche movimentato da dietro le sbarre, altri 30 milioni di euro ceduti proprio a quelle ditte aperte la mattina e chiuse la sera stessa. 


I 772 milioni di euro, che di fatto erano stati monetizzati con la cessione dei crediti a Poste Italiane, devono essere aggiunti ad altri 110 sequestrati lo scorso marzo per la stessa ipotesi di reato dai finanzieri di Frattamaggiore a due fratelli di Vallo della Lucania ritenuti le vere menti di questo affare milionario, lavori di ristrutturazione mai eseguiti da ditte «fantasma».

Una maxi-truffa messa a segno con i bonus edilizi e canoni di locazione previsti nel decreto Rilancio.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, è di fatto la continuazione dell’indagine della guardia di finanza sui fratelli imprenditori di Vallo della Lucania. Gli approfondimenti compiuti sulle negoziazioni dei due imprenditori vallesi, avvenute tra il 2021 e l’anno in corso, hanno consentito di individuare un’ulteriore e numerosa platea di cessionari i cui crediti, al pari dei primi, derivavano da lavori edili e da locazioni immobiliari in realtà inesistenti. Gli indagati avrebbero comunicato all’Agenzia delle Entrate, attraverso l’inserimento di moduli di cessione al portale Entratel, la disponibilità di crediti dell’ammontare di svariati milioni di euro, ricevuti a fronte di fantomatici lavori di ristrutturazione. Le indagini, oltre a scoprire e individuare l’articolata filiera delle cessioni a catena effettuate dai responsabili, ha anche consentito di accertare che tra i 147 indagati oltre il 70% risultava percettore o comunque richiedente del reddito di cittadinanza. 

In una nota stampa, il procuratore di Napoli Nord Maria Antonietta Troncone, lancia l’allarme sulla vastità delle truffe sui bonus edilizia: «L’attività illecita oggetto di accertamento che realizza un comportamento delittuoso già in precedenza monitorato, è di tale gravità, per l’elevatezza delle somme negoziate, da poter concretamente determinare un sensibile nocumento alle risorse pubbliche, depauperate e distolte dalla loro corretta destinazione alla riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale e all’attuazione della transizione ecologica, obiettivi di fatto divenuti di più difficile conseguibilità».

E intanto, con le nuove restrizioni sulla concessione dei bonus edilizi, secondo la Confederazione nazionale dell’artigianato, tremia imprese sono a rischio fallimento con la perdita di 150mila posti di lavoro.

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