Medicina, test per 4000 a Napoli,
​la spunterà soltanto uno su nove

Medicina, test per 4000 a Napoli, la spunterà soltanto uno su nove
di Giuliana Covella
Mercoledì 4 Settembre 2019, 08:59
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C'è chi vuole fare il medico al pronto soccorso, chi sogna di diventare chirurgo e chi invece si vede nelle vesti di psichiatra. Sono tanti i progetti, legittimi e ambiziosi, dell'esercito di candidati che ieri hanno affollato le aule del polo universitario di Monte Sant'Angelo: 4.216 presenti su 4.669 iscritti (con una percentuale dell'87,26%). Prove d'accesso per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria per i quali sono 500 (più sette riservati agli extracomunitari) i posti disponibili alla Federico II (altri 500 alla Vanvitelli). I test, iniziati alle 11 come nel resto d'Italia, hanno avuto una durata di 100 minuti. Emozione, tensione, ma anche tante speranze. Candidati giovanissimi e meno (il più anziano all'ateneo federiciano era del 1949, mentre un'intera aula del 2002), giunti da ogni parte di Napoli e provincia.

 

GLI ASPIRANTI
Non mancano le mamme, rimaste appollaiate sui prati dell'università per interminabili ore: «Veniamo da Melito e mio figlio, 18 anni, è neo diplomato al liceo scientifico Kant - dice Giuseppina Ferraro - sin da piccolo ha espresso il desiderio di fare il cardiochirurgo. Noi assecondiamo la sua passione, ma in questi mesi è stata dura sostenerlo. Sia per i costi per la preparazione che per lo stress psicologico a cui siamo stati sottoposti. Adesso confidiamo nel miracolo». Cento minuti per rispondere, tra gli altri, ai quiz di cultura generale, biologia, chimica, matematica, fisica e logica. Un'ora e quaranta che hanno messo a dura prova i candidati. «Per me è la seconda volta - afferma Simona Romano, 20 anni, iscritta a Farmacia e aspirante chirurgo - è stata abbastanza semplice, ma tra le varie materie ho trovato difficili le domande di cultura generale». «Se non va bene? Pazienza, ritenterò l'anno prossimo per la terza volta - dichiara Alessia Di Luglio, 20enne di Pompei, che all'uscita si lancia in un abbraccio liberatorio con i genitori per scaricare la tensione - ho speso circa 3mila euro per prepararmi a questo test, nel frattempo mi sono iscritta a Biologia. Ma devo farcela prima o poi perché da piccola ho promesso a papà che soffre di gastrite che lo avrei curato io», scherza. «Esercizi fattibili» li definisce Mattia Sperandeo, 19 anni, di Napoli che ha studiato su Artquiz e Alpha Test: «Non c'era bisogno di avere particolari competenze. Uniche note dolenti i quiz di biologia e il poco tempo a disposizione. Le domande di cultura generale? Molte banali o poco pertinenti».
Oltre a un settantenne, classe 1949, tra i partecipanti anche molti quarantenni, come Massimo Nargi, per la prima volta alla prova d'accesso per Medicina: «Voglio farlo perché mia madre era un medico, io sono osteopata e laureato in Scienze motorie, ma sono fiducioso che sia andata bene». Tra sogni e speranze degli aspiranti camici bianchi c'è anche chi auspica di superare il test per diventare psichiatra: «Questa è la seconda volta che partecipo, le prove erano più facili dell'anno scorso, ma spero di vincere perché voglio aiutare quelli che soffrono di disturbi mentali e risolvere i loro problemi».
LA COMMISSIONE
A monitorare le operazioni (sotto l'occhio degli agenti della Digos) il presidente della commissione di accesso al corso di laurea in Medicina, Cesare Gagliardi: «Per molti è la prima volta che si trovano in una situazione che crea emozione, ma anche tensione e disagio. Ma accanto ai giovanissimi ci sono anche anziani, spinti magari da un desiderio che hanno coltivato per tutta la vita. Quest'anno ci sono 100 posti in più, che abbiamo chiesto e ottenuto dal ministero. I candidati sono al di sopra dei 4mila rispetto a un anno fa e agli attuali 68mila totali in Italia».
I RICORSI
Fuori alle aule anche Andrea Lecce, legale di Consulcesi che ha offerto consulenze ai partecipanti per eventuali ricorsi al Tar: «Verifichiamo eventuali anomalie e irregolarità nell'espletamento dei test come domande errate, dubbie, con più soluzioni o non originali ossia copiate dai testi utilizzati per la preparazione o la manomissione di plichi, uso dei cellulari e auricolari come lo scandalo di pochi giorni fa a Palermo».
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