Medico di famiglia aggredito,
la solidarietà dai colleghi

Medico di famiglia aggredito, la solidarietà dai colleghi
Sabato 21 Maggio 2022, 09:46
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Camici bianchi nel mirino. Il Consiglio aziendale Fimmg Asl Napoli 2 Nord esprime «solidarietà» al medico che qualche giorno fa è stato aggredito a Melito, in provincia di Napoli, per avere negato, a fronte di una richiesta impropria, una certificazione telematica di malattia. Attraverso un comunicato, la Federazione italiana medici di medicina generale chiede al legislatore «di rivalutare la proposta di legge, per ora bocciata, che normi ogni medico come pubblico ufficiale e di legiferare l'autocertificazione di stato di malattia, così come è in tutta Europa».

«Subiamo quotidianamente nei nostri studi di medicina di famiglia - ricordano i medici - conflitti con i nostri assistiti a causa di richieste inappropriate, generate dalla mancata educazione sanitaria sul territorio. È difficile lavorare serenamente quando gli stessi dirigenti e funzionari aziendali, o colleghi ospedalieri e specialisti convenzionati, alla mancanza della dovuta risposta ai cittadini, innescano questi ultimi a rivolgersi dal proprio medico, che, quindi, si ritrova tra due fuochi: essere ligi all'appropriatezza chiesta dalla stessa Asl  Napoli 2 Nord e cercare di risolvere il problema, a volte anche sociale, al paziente in ambulatorio».

Inoltre, «la certificazione telematica di malattia è un fardello che ci portiamo addosso: teniamo a precisare che spesso ci troviamo a dover certificare diagnosi non obiettivabili, come, ad esempio, cefalea e diarrea». Federazione italiana medici di medicina generale Asl  Napoli 2 Nord chiede anche alle istituzioni di far sentire la loro presenza con risposte immediate in particolare, «nei territori difficili della Provincia Nord di Napoli» per «tutelare la nostra attività assistenziale, in quanto il rischio giornaliero di azioni violente ci rende meno efficienti nel fare prevenzione, diagnosi e terapia per la parte di Cittadinanza che, con rispetto delle regole e rispetto del professionista, chiede la dovuta assistenza medica territoriale». 

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