Agguato a Melito: due morti
ferito il figlio del boss Amato

Agguato a Melito: due morti ferito il figlio del boss Amato
Lunedì 20 Giugno 2016, 14:45 - Ultimo agg. 21 Giugno, 11:43
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Camorra scatenata a Melito. Due morti e un 15enne, ferito, in un agguato, avvenuto intorno alle 14 in via Giulio Cesare, al numero civico 118, a Melito, in provincia di Napoli. Sul posto sono stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco e sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Giugliano. Ancora non è chiara la dinamica del raid. Vittime del raid mortale sono Alessandro Laperuta, 32 anni, già noto alle forze dell'ordine e ritenuto dalle forze dell'ordine vicino al clan Amato-Pagano, e Mohammed Nuovo, 30 anni, marocchino, colpito alla testa e deceduto all'ospedale San Giuliano. Laperuta è stato raggiunto dai proiettili mentre si trovava all'interno di un appartamento al quarto piano della palazzina. Non è stato ancora chiarito, anche se ormai sembra quasi certo - se il giovane di 15 anni, ferito e giunto poco dopo l'agguato nello stesso ospedale San Giuliano di Giugliano, dove era stato trasportato in fin di vita il nordafricano - fosse presente sul luogo al momento dell'agguato.

Si cerca di stabilire anche l'identità del 15enne, ferito al torace. Secondo quanto ipotizzano le forze dell'ordine il minorenne avrebbe legami di parentela con un appartenente ad un clan di camorra, che opera nella zona. Si vocifera che sia addirittura il figlio del boss degli scissionisti Pietro Amato (defunto) e quindi il nipote dei due capoclan che scatenarono la sanguinosa faida del 2004: Raffaele Amato e Cesare Pagano. 
 

 

Potrebbero essere dunque collegati a filo doppio, i due episodi di cronaca, anche se in un primo momento si era appreso di un duplice ferimento e poi del ritrovamento del cadavere di un uomo in un appartamento. Gli investigatori sospettano che il 15enne sia stato ferito nello stesso luogo dove sono morti gli altri due uomini vittime dell'agguato.

Forse le due vittime avrebbero cercato di ripararsi in casa mentre il 15enne sarebbe riuscito ad allontanarsi dapprima in sella ad uno scooter e poi, soccorso da un'autoambulanza che lo ha portato prima all'ospedale di Giugliano e poi all'ospedale Cardarelli. I carabinieri della Compagnia di Giugliano hanno puntato l'attenzione soprattutto sui rapporti di parentela del ragazzo con il clan della camorra attivo nella zona di Secondigliano.​ Sulle due vicende indagano i carabinieri della compagnia di Giugliano ( Napoli), diretti dal capitano Antonio De Lise.

La dinamica dell'agguato è in fase di ricostruzione da parte dei carabinieri. Di certo si sa che i colpi esplosi sono stati numerosi e tutti a distanza ravvicinata, causando ferite devastanti. All'interno dell'alloggio i militari hanno trovato anche una pistola sulla quale sono in corso accertamenti balistici. Quando gli investigatori sono giunti sul luogo si sono trovati dinanzi a una scena agghiacciante: i due uomini erano a terra, in un lago di sangue; sangue che scorreva dal balcone e che è finito dappertutto ed ha imbrattato il viale di accesso del condominio.

Le indagini dei carabinieri di Giugliano e della tenenza di Melito sono a tutto campo anche se la pista privilegiata è quella della camorra. Alcune aree del comune di Melito, che segna il confine con il quartiere napoletano di Scampia, sono diventate la roccaforte del clan Amato-Pagano, i cosiddetti «scissionisti» che all'inizio degli anni 2000 si staccarono dal clan Di Lauro per il controllo delle piazze dello spaccio degli stupefacenti dando così vita a uno scontro sanguinario.
Gli investigatori stanno ricostruendo e analizzando i rapporti di parentela dei due morti e del ragazzo ferito per stabilire chi doveva essere la vittima designata dei sicari. Il luogo dell'agguato di oggi non è molto distante dal posto dove solo qualche anno fa è stata trovata uccisa una donna, seppellita sotto un cumulo di terra.




 

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