Asse mediano chiuso, piloni a rischio: hinterland ancora isolato

Asse mediano chiuso, piloni a rischio: hinterland ancora isolato
di Ferdinando Bocchetti
Venerdì 27 Agosto 2021, 00:00 - Ultimo agg. 19:57
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Era lo scorso 4 agosto quando un maxi-incendio divampò nel campo rom di Scampia. Quel rogo doloso, uno dei tanti degli ultimi anni, potrebbe aver compromesso la stabilità dei piloni del ponte all’altezza della perimetrale di Melito. I sopralluoghi tecnici, fin qui effettuati, non hanno ancora sciolto il nodo. Il tratto di strada dell’asse mediano, quello in entrata e uscita da Mugnano, resta tuttora off limits e le prospettive - in vista della piena ripresa delle attività lavorative - non sembrano essere incoraggianti. 

Le verifiche strutturali, quelle decisive, sono slittate a settembre. Solo leggendo la relazione definitiva dei tecnici, insomma, sarà possibile capire se il tratto stradale potrà essere (a breve) riaperto al traffico veicolare o se invece si dovrà optare per un intervento di manutenzione. Una ipotesi, quest’ultima, che avrebbe ripercussioni devastanti sul fronte della viabilità. I disagi maggiori potrebbero concentrarsi, come già avvenuto nelle settimane successive all’incendio, non solo nei comuni a nord di Napoli (Mugnano, Villaricca, Melito, Arzano, Casavatore) ma anche tra Scampia e Secondigliano, dove gli automobilisti - provenienti da Capodichino - sono al momento costretti ad uscire.

Sul luogo del rogo, prima della pausa estiva, è stato un viavai di tecnici della protezione civile, vigili del fuoco e agenti della polizia municipale di Scampia. Le condizioni dei piloni del ponte, anneriti dal fumo, hanno alimentato non poche preoccupazione e il timore di un lungo stop è paventato, anche se in via del tutto ufficiosa, anche dagli stessi vigili urbani. Nessuno si sbilancia, in assenza di dati certi, sulla data della possibile riapertura. 
Rappresentanti delle istituzioni locali, pendolari e imprenditori confidavano in una conclusione più celere dell’intero iter.

Così non è stato, nonostante (nelle scorse settimane) fosse circolata la notizia di un sopralluogo tecnico (decisivo) da effettuarsi entro il 22 agosto. Le polemiche non mancano. 

Il problema della viabilità, così come quello ambientale, è particolarmente sentito in questo lembo di terra a cavallo tra i quartieri napoletani e i popolosi comuni della cintura metropolitana. Terra di criminalità organizzata, roghi tossici e non solo: in zona, infatti, operano importanti attività commerciali e industriali che risentono fortemente delle problematiche legate alla viabilità. Il sindaco di Mugnano, Luigi Sarnataro, è uno dei pubblici amministratori che in queste ore ha fatto sentire la propria voce. «Abbiamo scritto agli organi interessati, comune di Napoli e Città Metropolitana, per avere notizie circa la data della riapertura dello svincolo di Mugnano - spiega il primo cittadino del comune a nord di Napoli - L’asse mediano è un’arteria di fondamentale importanza per i cittadini: in migliaia, quotidianamente, la utilizzano per raggiungere i luoghi di studio e di lavoro. Occorre fare chiarezza, ormai settembre è alle porte». 

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Sollecitazioni in tal senso si leggono anche su numerose pagine dei social network. Non mancano stoccate («La questione del campo rom va risolta una volta e per tutte») e riferimenti al caso della Galleria Vittoria. «Speriamo - scrivono in tanti - di non dover vivere anche noi lo stesso incubo». Quello della viabilità compromessa non è l’unico tema che sta a cuore ai residenti. «Qui i roghi tossici sono all’ordine del giorno - scrivono decine di utenti Facebook e gli attivisti dell’associazione Terra dei Fuochi - ma le azioni messe in campo negli ultimi anni, anche dal governo nazionale, non hanno prodotto gli effetti sperati. Da Giugliano ad Acerra, passando per Scampia, soprattutto in prossimità dei campi rom, è un inferno». E ancora: «Il territorio è ormai da anni abbandonato al proprio destino - aggiungono altri cittadini - Molte aziende, quelle non in regola, utilizzano i rom per smaltire scarti di ogni genere. Quando si porrà fine a questo scempio? Quando si deciderà di intervenire seriamente? Vivere in queste zone è ormai impossibile». 

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