Prof ucciso a scuola a Melito, i ragazzi tornano in classe ​ma i genitori protestano: «Vogliamo sapere perché è successo»

Prof ucciso a scuola a Melito, i ragazzi tornano in classe ma i genitori protestano: «Vogliamo sapere perché è successo»
di Ferdinando Bocchetti
Domenica 2 Ottobre 2022, 00:01 - Ultimo agg. 3 Ottobre, 16:04
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Si è avvalso della facoltà di non rispondere Giuseppe Porcelli, il collaboratore scolastico accusato dell’omicidio del professor Marcello Toscano. L’interrogatorio di garanzia, che si è tenuto ieri, è andato in archivio dopo pochi minuti: l’indagato, da tre giorni detenuto in una cella di Poggioreale, non ha ammesso le sue responsabilità e non ha riposto alle domande del gip Daniele Grunieri. 

Nemmeno il suo avvocato, il penalista Emanuele Caianiello, ha voluto rilasciare dichiarazioni: «Non è il momento - dice - parlerò quando il mio assistito deciderà di raccontare la sua verità». Così, sul movente dell’efferato delitto, consumato martedì scorso all’interno del cortile della scuola Marino Guarano di Melito, al momento ci sono solo le ipotesi rafforzate da rumors sempre più insistenti: l’uomo avrebbe chiesto un prestito al docente di sostegno per finanziare l’apertura di un’attività commerciale o per l’acquisto di un immobile, con ogni probabilità da rilevare o già rilevata in qualche asta; richiesta che probabilmente non era stata soddisfatta, o accolta dal prof secondo modalità ritenute inaccettabili dal bidello, in passato condannato con sentenza definitiva per violenze familiari.

Indiscrezioni che non vengono confermate ma nemmeno smentite dagli inquirenti della Procura Napoli nord. Quel che è certo è che tra la vittima e il carnefice c’erano interessi economici in comune.  

 

Melito, intanto, è ancora sotto choc per quanto accaduto all’interno dell’istituto scolastico di via delle Magnolie. I genitori degli alunni della Marino Guarano chiedono “trasparenza e verità”. «Abbiamo fiducia nell’operato della giustizia - spiegano alcune mamme - ma è opportuno che gli inquirenti ci dicano cosa è realmente accaduto e cosa c’è dietro questo orribile delitto. Abbiamo diritto di sapere in quale contesto è maturato tutto ciò, se c’erano delle avvisaglie e se i nostri figli possono recarsi a scuola in totale sicurezza avendo piena fiducia negli operatori scolastici». Fanno sentire la loro voce anche i docenti: «Sono state ore di silenzio e di riflessione - si legge in una nota sottoscritta da tutti gli insegnanti della scuola media - Chiusi nel nostro dolore per la scomparsa del nostro amico e collega Marcello Toscano, abbiamo deciso di ascoltare piuttosto che parlare. Ci siamo chiesti e ancora ci chiediamo: perché? Ma non siamo giudici e non spetta a noi emanare sentenze», evidenziano, accusando «la macchina del fango» che «si è messa prontamente in moto per screditare il nostro operato», lamentano, «senza rispetto per il nostro ruolo. Senza rispetto per il nostro dolore. Senza rispetto per Marcello». «Noi - assicurano i professori - ci dedichiamo con dedizione e professionalità ai nostri ragazzi, e continueremo a farlo sempre. Non siamo degli eroi e non pretendiamo onorificenze. Ma rispetto sì. Del nostro ruolo di educatori che fanno il proprio dovere per assicurare un futuro migliore alle giovani generazioni di questo martoriato territorio».

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Gli alunni della Marino Guarano torneranno in classe domani e saranno accolti da tutti gli insegnanti, dalla preside e dal sindaco Luciano Mottola all’ingresso del cancello. Sempre domani, proprio davanti alla scuola già in passato balzata alle cronache per alcuni episodi di bullismo, andrà in scena anche una manifestazione organizzata dai genitori. Chiedono maggiori controlli, telecamere, sicurezza, ma soprattutto un futuro migliore per i loro figli. Il primo cittadino ha ribadito la necessità di «un potenziamento dei presidi di sicurezza per Melito e i comuni limitrofi. Abbiamo numerosi beni confiscati alla camorra e beni abusivi da riutilizzare - sottolinea Mottola - Io propongo al governo di istituire a Melito un commissariato di polizia che possa lavorare in sinergia con i carabinieri». 

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