Dalla mensa del Carmine a quella organizzata nella chiesa di Santa Sofia, dal Binario della solidarietà - ristoro quotidiano per chi non ha più nulla - alla cena servita nel centro La Tenda dai ragazzi di padre Antonio Vitiello, nel cuore della Sanità. I volontari delle associazioni napoletane - a cominciare da quelli della Caritas - lavorano senza sosta anche quando tutti vanno in ferie, anzi sono proprio questi, i periodi dell'anno in cui l'assistenza diventa una priorità. La città si svuota e le emergenze si amplificano, i poveri aumentano e la macchina degli aiuti è già pronta a partire. Massimo impegno e grandi risultati: se non fosse per loro, ogni giorno, un esercito di senza dimora non saprebbe dove, e che cosa, mangiare. E invece restano operativi anche i centri di ascolto, come quello del Binario, dove c'è sempre qualcuno pronto a offrire parole di sostegno e conforto a chi le chiede.
Aperta per ferie anche la Comunità delle genti, in via Santa Maria Avvocata a Foria, fortemente voluta dal cardinale Crescenzio Sepe per accogliere persone senza dimora costrette a vagare per le strade della città. Prima della pandemia in quelle sale si sentiva il chiasso dei bambini che giocavano o facevano i compiti, oggi invece ci sono solo adulti bisognosi. Suor Marisa Pitrella - prima donna a dirigere la Caritas diocesana di Napoli, anima e motore di una organizzazione che opera solo per il bene comune - ringrazia subito i volontari, straordinari e disponibili, senza i quali - dice - «non sarebbe possibile rimanere aperti ad agosto».
«Anche noi siamo pronti a fare la nostra parte. E anche da noi a darci una mano ci saranno gli scout. Vogliono scoprire il mondo della solidarietà, qui avranno quello che chiedono»: Carmela Palmese, presidente del Consiglio centrale della comunità San Vincenzo di Napoli, affronterà il mese di agosto come al solito: «Una cinquantina di ospiti a pranzo qui a Santa Sofia, e tante famiglie da sfamare con le spese che consegniamo loro ogni sera. Sono persone del quartiere, vengono all'imbrunire perché non vogliono farsi vedere: la dignità è tanta ma più forte è il bisogno di portare avanti la famiglia». Numeri da record per la mensa del Carmine che a ferragosto organizza pure la frittura di pesce. Motore di una macchina della solidarietà che si mette in moto all'alba e si ferma solo a sera, è padre Francesco Sorrentino che - insieme con i suoi volontari - sfama chiunque bussi alla sua porta. Un dato per capire la grandezza di un'organizzazione degna dei migliori servizi di catering: nei giorni drammatici dell'epidemia il sacerdote preparava oltre settecento pasti, a fronte dei centocinquanta prima del Covid. Ma la solidarietà va avanti perché ha tante gambe, il pasto può essere offerto anche grazie alla generosità di chi provvede a fornire il cibo che poi viene cucinato e servito. «Una vera e propria catena d'amore - conclude suor Maria - che nel periodo estivo diventa più lunga che mai».