Napoli, una chat con foto e «alert»
per segnalare borseggiatori in metrò

Napoli, una chat con foto e «alert» per segnalare borseggiatori in metrò
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 11 Febbraio 2019, 23:00 - Ultimo agg. 12 Febbraio, 09:32
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Li conoscono, li hanno fotografati e li tengono puntati. Almeno da un punto di vista «social», almeno a giudicare dalle denunce via chat che stanno circolando in rete in questi giorni. Parliamo dei borseggiatori all’opera sui treni della metropolitana collinare, un vero e proprio incubo per migliaia di utenti che quotidianamente attraversano centro e periferia, in quel viaggio che unisce via Toledo a Scampia, passando per Vomero e zona ospedaliera.Denunce e segnalazioni che negli ultimi tempi hanno cambiato aspetto: da quelle alle forze dell’ordine, si è passati agli allarmi attraverso «facebook», un modo ritenuto più diretto e orizzontale per aiutare o avvertire i cosiddetti compagni di viaggio.
 
Proviamo a capire cosa è accaduto appena qualche giorno fa all’interno della metropolitana di Chiaiano: c’è chi scatta una foto usando di nascosto il proprio cellulare, per immortalare la sagoma di un uomo attempato, capelli brizzolati e giubbino sportivo, sembra un passeggero come gli altri. 
Dopo la foto, arriva il primo «alert» da parte del titolare del profilo: «Occhio che questo lo conosco, bisogna stare attenti, fa il borseggiatore». 
Seguono commenti: c’è chi conferma di averlo visto, di conoscerlo proprio come borseggiatore incallito. Seguono insulti, parole di offesa, si ricomincia a parlare del tizio con i capelli brizzolati. Tutto in tempo reale, l’effetto sorpresa su cui giocano in genere i rapinatori sembra vanificato. Ma non per le persone più anziane, non per chi non è connesso in modo compulsivo quotidianamente, specie se si pensa che all’interno delle stazioni non sempre c’è campo per dialogare on line. Torniamo al caso dei borseggiatori avvistati e agli allarmi sulla rete. Invita tutti alla collaborazione il maggiore dei carabinieri della compagnia Vomero Luca Mercadante:
«Appena una settimana fa abbiamo realizzato un ampio servizio presso le stazioni di San Rocco, via Nicolardi, nei pressi del Cardarelli: abbiamo usato decine di pattuglie, sono state controllate decine di persone, abbiamo registrato soddisfazione da parte di utenti della metropolitana. C’è stata una segnalazione mirata, che ci ha consentito di identificare alcuni pregiudicati e segnalarli ai nostri archivi». Ma cosa ne pensa delle segnalazioni on line a mezzo facebook? «Per noi sono fondamentali le segnalazioni dei cittadini, che non devono però fermarsi a un circuito chiuso, all’interno dei social. Bisogna cementare un rapporto di fiducia, quando si vede qualcosa di anomalo o si ha paura di subire un’aggressione, bisogna chiamare le forze dell’ordine, non basta avvertire l’amico tramite facebook».

Ma torniamo alla cronaca di quanto avvenuto di recente sulla metro collinare. Sono ancora le chat su facebook ad allertare cittadini e passeggeri. Questa volta non ci sono foto di potenziali aggressori, ma una foto delle telecamere all’interno dei treni. Chiaro l’sos lanciato da un cittadino che ha appena lasciato il convoglio e si dirige all’esterno della fermata di Chiaiano: «Sono spente», avverte in modo diretto. Una sorta di allarme lanciato alle centinaia di persone che stanno per attraversare l’area metropolitana cittadina e non sanno che potranno contare su una difesa in meno: i borseggiatori hanno infatti imparato ad agire al riparo di videocamere, sanno quando entrare in azione. Ma restiamo alla cronaca vera che passa attraverso i social. Rabbia e paura mercoledì mattina, ancora su quella maledetta rotta nella città collinare. C’è chi racconta di un uomo anziano letteralmente terrorizzato, che da poco è stato costretto a lasciare quindici euro al malvivente di turno. Ecco la chat: «Gli tremavano le mani», dice Antonio; e Michela replica: «Poveretto, nessuno lo ha difeso». Mesi fa - eravamo in piena estate -, una gang di minori accerchiò e aggredì una donna, probabilmente una domestica, fino a umiliarla. Nessuno mosse un dito, tutto finì sui social grazie a un filmato di uno degli idioti in azione. Nessuna denuncia ma un sos lanciato nel mare di contatti on line, in quella sorta di megafono che a volte serve anche ad additare borseggiatori veri o presunti e a scaricare l’ansia per l’attesa nella folla di una stazione. 
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