Metropolitana di Napoli, nuovi treni in deposito dopo l'incendio di luglio: permessi ancora bloccati

Metropolitana di Napoli, nuovi treni in deposito dopo l'incendio di luglio: permessi ancora bloccati
di Paolo Barbuto
Martedì 21 Settembre 2021, 11:00
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I nuovi treni della Metropolitana avrebbero dovuto già fare bella mostra sui binari, pronti ad accogliere napoletani e turisti per un servizio, finalmente, confortevole. Quei nuovi treni invece sono ancora fuori servizio: nell'ultima, decisiva, prova che s'è svolta a metà luglio con i tecnici del ministero a bordo pronti a dare il placet all'immissione in circolazione, il convoglio nuovo di zecca ha preso fuoco nella parte superiore. Capirete che, ovviamente, i tecnici hanno negato ogni permesso alla circolazione di quei treni e hanno preteso un accurato report sull'incidente prima di procedere con i permessi ufficiali.

Entro la fine di settembre è previsto un vertice a Roma al quale parteciperanno anche il Comune di Napoli e i tecnici dell'azienda spagnola (la Caf) che sta costruendo i nuovi convogli per la metropolitana di Napoli. 

Nel corso di quell'incontro bisognerà convincere gli esperti del Ministero dei trasporti che quel corto circuito dal quale s'è sviluppato il calore che ha letteralmente sciolto il tetto del treno è un evento casuale e, soprattutto, che non si verificherà mai più.

Le cause del guasto non son state rese ancora ufficialmente note. 

La notte fra il 13 e il 14 dello scorso luglio mentre il treno imboccava l'ingresso della stazione Università con il suo carico di esperti pronti a dichiarare pronti alla circolazione tutti i convogli spagnoli, dalla parte alta del treno (che in gergo si chiama Imperiale) si sviluppò un denso fumo e si produsse un piccolo incendio che mise in moto tutti i sistemi di sicurezza. L'impianto antincendio della stazione iniziò a spruzzare acqua sul treno, gli addetti di stazione si presentarono con pompe ed estintori. I tecnici del Ministero rimasero di sasso.

Napoli aspetta da anni quei nuovi treni. In tutto ne ha già ordinati 19 che avrebbero dovuto cambiare totalmente il volto della flotta della metropolitana di Napoli. Il primo di quegli avveniristici convogli giunse in città su una nave nella notte più buia di Napoli e dell'intero Paese: era la sera del nove marzo 2020, quella in cui l'Italia entrava ufficialmente nel lockdown. Tutti chiusi in casa, quel treno venne portato al deposito di Piscinola e rimase lì fermo per lunghi mesi in attesa di tempi migliori.

Poi le restrizioni sanitarie si sono allentate, le maestranze spagnole hanno potuto raggiungere Napoli ed è iniziata la lunghissima trafila della messa in esercizio che, per il primo treno, è lunga e delicata: migliaia di chilometri percorsi durante la notte, centinaia di verifiche sui collegamenti telematici, decine di interventi di carattere strutturale per adeguare le carrozze al transito nella gallerie e nelle stazioni napoletane. Poi, finalmente, il giorno della prova generale. Se fosse andata bene, quel primo treno sarebbe già stato in circolazione e, a distanza di un mese ne sarebbe stato pronto un altro. Così, mese dopo mese la metropolitana avrebbe cambiato volto.

Invece quella prova è andata malissimo: fuoco, problemi, richiesta di annotazioni puntuali sull'evento. 

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Nel frattempo a Napoli erano già arrivati altri quattro convogli (oggi ce ne sono cinque in tutto nei depositi) mentre l'arrivo dalla Spagna degli altri quattordici è stato bloccato in attesa di sapere se saranno necessarie modifiche in fase di costruzione.

Però quei quattro treni non rimangono fermi. Su ognuno dei convogli il lavoro sta proseguendo come se non ci fossero difficoltà. Quasi ogni notte vengono portati sui binari e percorrono la rete della Metropolitana avanti e indietro macinando chilometri per consentire le verifiche che devono essere realizzate prima di poter essere utilizzati dai viaggiatori. Si tratta di una maniera per guadagnare tempo: in Anm sono fiduciosi che entro la fine del mese il vertice di Roma sarà chiarificatore e che i permessi arriveranno. Dal giorno del placet definitivo occorreranno venti giorni per far circolare il primo treno, poi di mese in mese partiranno gli altri. L'importante, però, è che quel placet arrivi e che di incendi improvvisi non se ne verifichino più.

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