Metropolitana di Napoli, dieci giorni di follia: effettuata metà delle corse

Metropolitana di Napoli, dieci giorni di follia: effettuata metà delle corse
di Paolo Barbuto
Mercoledì 30 Settembre 2020, 08:30
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Ieri per il decimo giorno consecutivo la Linea 1 della Metropolitana di Napoli è stata costretta a limitare le corse. Consueto stop a piazza Dante per i treni provenienti da Piscinola, niente corse fino alla stazione ferroviaria, solo un bus sostitutivo che c'è a giorni alterni e comunque finisce nel budello del traffico cancellando la comodità del trasporto sotterraneo.

I motivi dei disagi che sono diventati quotidiani, secondo l'azienda stanno nella mancanza di treni da mettere sui binari ma la verità è che alle spalle di questa vicenda c'è una poderosa battaglia sindacale che proprio ieri è andata a sbattere contro un muro.

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Chi paga lo scotto di questa situazione, ovviamente sono i napoletani che non solo si vedono privati di un trasporto determinante ma sono costretti anche a dare l'assalto ai vagoni quando si presentano alle banchine dopo lunghi minuti di attesa.

Niente precauzioni e nessun distanziamento sociale, se siete frequentatori abituali della metropolitana lo sapete bene. Ai lettori che non prendono la metro spiegheremo che, siccome i treni sono pochi e passano, lungo la tratta dimezzata, con una cadenza spesso superiore ai venti minuti, sulle banchine si crea ressa e, all'apertura delle porte, anche se i treni sono già stracolmi, ci si ammassa all'interno gli uni sugli altri. Nessuna possibilità di mantenere le distanze. A badare al distanziamento sociale e alla copertura di un numero limitato di posti dovrebbe pensarci l'Anm che, in alcune stazioni, effettua controlli ai tornelli e fa passare solo un numero esiguo di passeggeri; però lungo le varie stazioni nessuno calcola il numero di passeggeri scesi e il numero di quelli in attesa, così quel controllo iniziale non ha più alcun senso e i vagoni si affollano in maniera insostenibile.

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Ieri mattina si è consumato il definitivo scontro fra azienda e sindacati e si è concluso con porte sbattute in faccia alle richieste dei lavoratori. Le richieste sindacali (ufficiali) passano dalla maggiore sicurezza a una pulizia più adeguata e arrivano fino a una corretta manutenzione dei treni, quelle non ufficiali e più terra-terra si concentrano su una richiesta di benefit economici destinati a chi fa viaggiare i treni e si occupa anche di rimetterli in sesto quando presentano qualche acciacco di troppo, oppure accetta di salire a bordo di convogli che hanno piccole difficoltà superabili.

Per adesso, durante lo scontro con l'azienda, i macchinisti si sono limitati a segnalare ogni minimo problema dei treni della metro e, nel rispetto delle norme di sicurezza sui trasporti, l'azienda ha mandato in manutenzione quelli che non erano perfettamente manutenuti. Si tratta di un irrigidimento dei lavoratori che serve a dimostrare all'azienda che i problemi ci sono, anche quando i lavoratori, per spirito di sacrificio fingono di non vederli e si mettono ugualmente in marcia.
 


Ieri l'Anm in via ufficiale ha spiegato che i convogli a disposizione sono sette in tutto e che basta il guasto di un solo treno per non poter più garantire un servizio totale costringendo l'azienda allo stop alla stazione Dante senza proseguire oltre.

È una bandiera bianca alzata di fronte al trasporto napoletano: non abbiamo la possibilità di far circolare regolarmente la metropolitana, dice l'Anm. E serve a poco bearsi al pensiero che verso febbraio del 2021 potrebbe entrare in servizio il primo dei nuovi treni ordinati in Spagna. La gente da qui a febbraio avrà comunque bisogno della metropolitana e spesso sarà costretta a farne a meno.

Inoltre, vista la rottura della trattativa sindacale, alle viste potrebbero esserci azioni formali di protesta che potrebbero giungere fino allo sciopero.
Ieri le sigle Faisa Confail, Orsa Tpl e Usb Lavoro Privato hanno inviato una lettera al Prefetto di Napoli per avvisarlo del fallimento della procedura di conciliazione. Adesso il Prefetto potrebbe convocare Comune e lavoratori per tentare un nuovo avvicinamento per sanare la questione. Se anche a quel tavolo non si troveranno accordi, scatterà inevitabilmente lo sciopero che coinvolgerà tutti i mezzi, sia gli autobus che la metropolitana.

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