Metro Napoli, punture di api, morsi di cani e cadute: chiesti circa 2 milioni di risarcimenti

Metro Napoli, punture di api, morsi di cani e cadute: chiesti circa 2 milioni di risarcimenti
di Paolo Barbuto
Giovedì 20 Febbraio 2020, 07:41 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 06:23
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Decine di scivolate lungo scale fisse e scale mobili, di cadute per frenate improvvise, di inciampi nelle stazioni: l'elenco delle richieste di risarcimento presentate all'Anm per i guai che succedono nella metropolitana è ricchissimo. C'è pure chi chiede soldi perché ha ricevuto una puntura d'insetto mentre era dentro al vagone e perfino chi si rivolge all'Anm perché il cane di un altro passeggero gli ha dato un morso sul polpaccio.

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I RISARCIMENTI
In totale negli ultimi quattro anni sono state presentate richieste di risarcimento per un totale di un milione e settecentomila euro ma è bene chiarire subito che meno del 25% delle richieste, per un totale di appena 183mila euro, è andato a buon fine. Su tutte le altre ci sono approfondimenti in corso perché alcune sembrano poco realistiche, altre troppo esagerate, altre ancora platealmente inventate. Insomma, quei quasi due milioni del conto complessivo tengono conto soprattutto delle riserve previste dalle società d'assicurazione: significa che non c'è stato ancora un pagamento alla persona che chiede il risarcimento ma che, in via prudenziale si mettono da parte i soldi perché quelle persone potrebbero, alla fine, avere ragione. Per il recente incidente del 14 gennaio, ad esempio, sono stati riservati 62.800 euro.

I PARADOSSI
Sicuramente anche a voi, come è accaduto a noi, sarà sembrata singolare la vicenda della richiesta risarcitoria di oltre settemila euro per una puntura d'insetto all'interno di un vagone. Sappiate, invece, che la richiesta non è per nulla singolare (mentre il denaro richiesto lo è sicuramente): con lealtà l'Anm chiarisce che il percorso sul fronte ufficiale ha una sua logica, perché l'azienda ha l'obbligo di garantire la pulizia e la disinfestazione dei vagoni e un passeggero non dovrebbe essere aggredito dagli insetti in un treno della metro. Ma se la richiesta segue un percorso plausibile, la realtà, secondo Anm, è leggermente diversa: non è stata segnalata da nessun altro passeggero la presenza infestante di insetti, e nemmeno all'azienda risulta che ci sia stata; la vicenda poi sarebbe avvenuta a fine novembre quando gli insetti abitualmente non sono nel pieno del loro vigore. Però di fronte alla richiesta risarcitoria bisogna produrre documenti che attestano la correttezza dell'operato dell'azienda, così si susseguono attestati ufficiali, contatti con l'assicurazione, relazioni specifiche. La vicenda della puntura d'insetto risale al 2017 e non è ancora arrivata a conclusione.

IL MORSO
Di più facile soluzione la questione del passeggero che ha chiesto 2.200 euro perché il cane di un altro utente gli ha dato un morso al polpaccio. Esistono regole severe per portare gli animali sui treni della Metro: quelli più piccoli devono viaggiare in braccio, quelli di medie e grossa taglia possono salire al guinzaglio ma solo se muniti di museruola. Se a bordo c'era un cane senza museruola, vuol dire che è mancato il controllo e il passeggero aggredito potrebbe avere ragione. L'Anm a sua volta avrebbe la possibilità di rivalersi sul proprietario dell'animale ma dovrebbe identificarlo, rintracciarlo e poi presentargli il conto: obiettivamente si tratta di un percorso difficile.

LE SCIVOLATE
Le scale e l'interno delle stazioni della Metro, a sfogliare l'elenco delle richieste di risarcimento, sembrano piste di pattinaggio: si scivola ovunque e ci si fa anche tanto male, a sentire le ragioni dei passeggeri. Più del 75% di denunce di incidenti in Metropolitana sono collegati a queste vicende.
Ovviamente ci sono decine di casi in cui gli utenti si sono fatti male per davvero e hanno avuto lunghi periodi di degenza: è il caso dell'uomo che si è ferito rotolando giù dalla scalinata di una stazione nel 2016 e ha presentato una richiesta di risarcimento da 98mila euro (che, però, ancora deve essere esaudita), o quello della donna che è rimasta incastrata nelle scale mobili nel 2016 ed è finita in ospedale chiedendo, poi, 80mila euro di risarcimento.

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