Miasmi a Giugliano, l'Arpac ammette: «Troppi impianti in zona»

Miasmi a Giugliano, l'Arpac ammette: «Troppi impianti in zona»
di Maria Rosaria Ferrara
Giovedì 14 Ottobre 2021, 09:27
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Il cerchio si sta stringendo. L'incrocio dei dati e i risultati delle analisi stanno portando i tecnici a restringere il campo. L'origine della causa dei miasmi dell'area giuglianese potrebbe essere a un passo dall'essere individuata anche se al momento siamo ancora nel campo delle ipotesi. Ciò che ipotizza l'Arpac, al lavoro ormai da oltre un mese sulla questione, è che la concentrazione in un'area ristretta di numerosi impianti, associata a particolari condizioni meteo, potrebbe aver determinato i miasmi avvertiti tra fine agosto e gli inizi di ottobre.

I tanti impianti di trattamento rifiuti, concentrati tutti nella zona Asi di Giugliano, associati a particolari condizioni climatiche, potrebbero aver generato il fenomeno della puzza nauseabonda che ha tenuto in ostaggio i cittadini della zona giuglianese. L'agenzia regionale per l'ambiente ha effettuato in queste settimane oltre venti ispezioni e, «seppur siano state rilevate delle criticità e formulate prescrizioni per evitare esalazioni, nessuna di esse, presa singolarmente, risulta per ora la causa determinante dei miasmi» spiega il direttore generale Stefano Sorvino. Che continua: «Però c'è da dire che la concentrazione di fonti di emissione, se non ben gestite ed associate a condizioni meteo-climatiche locali di stagnazione, può aver determinato un effetto cumulativo, concausa dei miasmi».
Al momento, invece, è esclusa l'altra pista che si stava seguendo, quella dei reflui zootecnici. «Pur pensando a molestie olfattive da allevamento non sono stati riscontrati, per la porzione di territorio indagato, valori critici per l'ammoniaca, generalmente riconducibile ad emissioni da spandimento di effluenti zootecnici» dice Sorvino.

Insomma fulcro dell'osservazione resta la zona Asi di Giugliano dove insistono stir, biodigestore e diverse aziende che trattano rifiuti, olii esausti, carcasse di animali.

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Da oltre una settimana gli odori nauseabondi non sono stati più avvertiti, almeno nel centro di Giugliano come di Qualiano. Complice forse anche il cambio di temperature e le piogge degli ultimi giorni. Intanto l'Arpac sta proseguendo i controlli e le verifiche su impianti e non solo. «È ancora attivo il presidio 24 ore su 24 degli operatori dell'Arpac Multiservizi che svolgono un servizio di ronda e segnalano eventuali criticità più acute per effettuare nel caso ispezioni immediate - chiarisce il direttore -. Proseguono anche le indagini odorimetriche, di olfattometria dinamica ed analisi chimiche per individuare la composizione e la possibile provenienza dei miasmi. Ci sono già alcuni elementi indicativi, ma occorre approfondire e incrociare le indagini per disporre di dati significativi».

Anche la Procura di Napoli Nord ha aperto un'indagine sulla questione. Ma le prime risultanze, seppur siano ipotesi, non soddisfano i comitati. «Questa ipotesi secondo cui la causa sarebbe la presenza di troppi impianti non è esaustiva - commenta Pasquale Pennacchio del comitato Kosmos -. Pretendiamo che dopo il periodo che abbiamo attraversato si faccia chiarezza. Se l'esito dovesse essere effettivamente una valutazione così generica, per sottrarre da responsabilità qualcuno, non darebbe dignità al territorio. Dire che la causa è la presenza di tutti gli impianti in zona Asi significa non dire nulla. Questo però indica che quella è una zona satura e che non si può più investire in impiantistica. E invece si sta costruendo un altro impianto a Ponte Riccio per smaltire le ecoballe».
 

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