Miasmi, roghi e rifiuti a Napoli nord, la marcia dei cinquemila: «Siamo barricati in casa»

Miasmi, roghi e rifiuti a Napoli nord, la marcia dei cinquemila: «Siamo barricati in casa»
di Maria Rosaria Ferrara
Lunedì 27 Settembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 28 Settembre, 09:26
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«Papà fermiamo questa puzza e andiamocene». Giuseppe ha solo 6 anni ed è sceso in piazza a manifestare con i genitori. Ad accogliere lui e le circa 5mila persone scese ieri in strada a protestare tra Giugliano, Qualiano, Villaricca, Parete e Lusciano è stato proprio quel lezzo di immondizia che ormai si avverte da oltre un mese nell'area.

Un fiume in piena si è mosso tra il Giuglianese e l'Agro aversano per manifestare a tutela dell'ambiente.

Una mobilitazione nata dopo l'ennesima emergenza, quella dei miasmi. Da oltre un mese ormai nei comuni dell'area nord di Napoli, soprattutto di sera, dopo le 19, si avvertono odori nauseabondi che costringono i residenti a barricarsi in casa. Ieri pomeriggio si sono uniti cortei partiti da Giugliano, Qualiano, Villaricca, Parete e Lusciano per raggiungere il mercato ortofrutticolo di Giugliano dove si è tenuta un'assemblea. Migliaia di persone che non si vedevano in piazza a manifestare da anni. Un monito anche per il futuro sindaco di Napoli, che sarà anche il sindaco della Città metropolitana.

All'arrivo del corteo al mercato, si è avvertito il lezzo di immondizia. Questo ha inasprito ancora di più gli animi dei partecipanti che sono ormai esasperati dal disastro ambientale delle terre a nord di Napoli. «Alziamo la testa per la salute» recitava lo striscione. Tantissimi giovani, famiglie, associazioni hanno partecipato per chiedere con forza una «ristrutturazione ecologica della Terra dei fuochi». Al corteo erano presenti anche i sindaci di Parete, Aversa, Giugliano, Qualiano, Casal di Principe, Castel Volturno e Lusciano, la senatrice del M5s Mariolina Castellone e diversi sacerdoti. Due giorni fa i primi cittadini di altri dieci comuni della provincia di Napoli avevano annunciato di voler consegnare la fascia tricolore a Draghi e Mattarella in segno di protesta.

I comitati hanno stilato un documento con sei proposte per risolvere il problema dei roghi, dei miasmi, dell'impianto in costruzione per le ecoballe di Taverna del Re e contro l'arrivo di rifiuti da Roma. Il documento chiede che per i miasmi venga costituito un nucleo interforze all'interno della zona Asi per «monitorare gli impianti e conseguire un controllo radicale di ogni attività per il tramite dell'Arpac». I comitati chiedono «bonifiche e riconversione delle zone degradate e periferiche, di predisporre un censimento di ogni discarica incontrollata di rifiuti, implementando le attività d'indagine». E ancora le associazioni propongono «un tavolo permanente per giungere all'immediata sospensione e annullamento della costruzione dell'impianto a Ponte Riccio per smaltire le ecoballe di Taverna del Re». Infine, circa dello smaltimento dei rifiuti di Roma tuonano: «Questo territorio ha già dato e oggi non vuole più essere ricettacolo di problemi ma l'esempio di soluzioni e rinascita». 

 

«Siamo stanchi, vogliamo respirare e vivere bene nella nostra terra», urla una signora. «Prima hanno protestato i nostri genitori, ora tocca a noi» dice un giovane che sorregge uno striscione con scritto: «Non vogliamo emigrare per poter respirare». «La manifestazione continuerà domani mattina - spiega Pasquale Pennacchio del comitato Kosmos, tra gli animatori della mobilitazione -. Chiediamo ai sindaci un incontro per discutere di questi punti. Da questi capisaldi non ci muoviamo, finché non faranno quanto dovuto per restituire dignità al territorio. Ai sindaci diciamo che non basta consegnare la fascia, devono portare in ogni stanza queste rivendicazioni facendo proprio questo documento. Mi auguro che questa mobilitazione dia la forza a tutti di imprimere un cambiamento di rotta». «Quello di oggi è solo l'inizio - dice Arianna Organo - Ora i sindaci devono far proprie queste proposte e portarle ai tavoli istituzionali».

Soddisfatti della grande partecipazione anche i sindaci. «Finalmente il popolo esprime il proprio dissenso - commenta il primo cittadino di Qualiano, Raffaele de Leonardis - Da mesi denuncio che i cittadini sono costretti a barricarsi in casa per la puzza che purtroppo è solo l'ultimo, in ordine di tempo, dei problemi ambientali qui. I cittadini sono esasperati e noi con loro». 

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