Michele Liguori morto per salvare la Terra dei fuochi: un docufilm ricorda il vigile eroe

Michele Liguori morto per salvare la Terra dei fuochi: un docufilm ricorda il vigile eroe
di Pino Neri
Martedì 18 Ottobre 2022, 12:00
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A nove anni dalla morte per un tumore il ministero della Transizione ecologica ha conferito a Michele Liguori la benemerenza e la medaglia d'oro al merito. È il primo riconoscimento formale dello Stato al vigile eroe del Comune di Acerra che lottava, da solo, contro gli scarichi selvaggi dei rifiuti tossici. L'encomio alla memoria è stato consegnato dall'ex ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, a Maria Di Buono, vedova del poliziotto municipale.

Ma la cerimonia di ieri, organizzata dal Comune di Pomigliano nei saloni della ex Distilleria, è stata anche l'occasione per rilanciare la questione ambientale. Nella sala delle Capriate si sono ritrovati gli agenti di polizia municipale di molti comuni dell'hinterland e gli alunni delle scuole, tutti riuniti per la proiezione di «Veleno: non potevo far finta di niente», il docufilm prodotto dalla Cgil funzione pubblica della Campania.

Un documentario choc che descrive, attraverso le testimonianze di chi lo conobbe, il difficile lavoro di Liguori, riconosciuto post mortem vittima nell'adempimento dei suoi doveri. 

Una malattia letale lo stroncò in poco tempo, a 59 anni, era il gennaio del 2014. «Mio marito non sapeva a cosa andasse incontro», le parole di Maria Di Buono, pronunciate mentre Costa le consegnava la benemerenza (l'iter per il riconoscimento fu avviato dall'ex ministro). «Michele fu isolato ha tenuto a ribadire la moglie del vigile eroe , ad Acerra il nucleo di polizia ambientale era solo lui. Abbiamo però piantato dei semi che stanno germinando. Mio marito ha lasciato il testimone ad Alessandro Cannavacciuolo». E in sala c'era anche il giovane ambientalista di Acerra. «L'evento di oggi è la prova che una parte dello Stato sta iniziando a riconoscere l'opera di Liguori. Michele ha ricordato l'ecologista che da tempo denuncia le illegalità nella Terra dei Fuochi fu costretto da una politica affaristica a fare il custode dell'ex municipio di Acerra, il Castello Baronale. Là non aveva nemmeno il bagno». 

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«Un esponente delle forze dell'ordine gli disse che poteva fare la pipì nel cortile del Castello», è lo sconfortante aneddoto raccontato dalla vedova del vigile nel docufilm girato da Rosaria Della Ragione. «Il messaggio di Michele Liguori ha detto la regista è quello della noce nel sacco che fa rumore. Questa è la strada per smuovere le coscienze». Esortazioni ma anche critiche. Biagio Chiariello, comandante della polizia municipale di Arzano, sotto scorta per le minacce subite dalla camorra, non ha risparmiato stoccate alla sua stessa categoria. «Solo alcuni comandi di polizia municipale hanno lottato e lottano come faceva Michele. Purtroppo ormai è pure vietato parlare di Terra dei Fuochi». «Eppure Liguori ha lavorato da solo, non si è mai fermato», il ricordo di Alessandra Cioffi, agente municipale e sindacalista della Cigl.

Ieri però l'amarezza ha spesso preso il posto della speranza. «Abbiamo incontrato resistenze anche solo per ricordare Michele», la stizza di Luigi Maiello, comandante della municipale di Pomigliano. E il sindaco Gianluca Del Mastro, rivolgendosi all'ex ministro Costa, eletto deputato con il M5s, ha voluto far notare che anche tra le istituzioni c'è chi si impegna. «Ricordo è l'episodio raccontato quando durante la campagna elettorale del 2020 portai l'allora ministro Costa davanti a una grande discarica abusiva. Mi rispose che l'aveva fatta sequestrare proprio lui, quando era comandante della forestale». L'ex ministro ha quindi rivolto un appello agli studenti: «Aprite le porte della vostra sensibilità. Fate come Michele, lui non si è voltato dall'altra parte». 

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