Minacce a Saviano e Capacchione, il giudice: «Fu una precisa strategia dei boss»

Minacce a Saviano e Capacchione, il giudice: «Fu una precisa strategia dei boss»
Mercoledì 29 Settembre 2021, 11:41
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«La minaccia e l'intimidazione rivolta platealmente contro i due giornalisti fu espressione di una precisa strategia ideata dal capomafia» Bidognetti il «cui interesse era quello di agevolare ed alimentare il potere di controllo sul territorio esercitato dal clan e di rafforzarne il potere». È quanto scrivono i giudici della quarta sezione penale del tribunale di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui il 24 maggio scorso hanno condannato ad 1 anno e mezzo di carcere il boss dei Casalesi, Francesco Bidognetti e 1 anno e due mesi l'avvocato Michele Santonastaso, per le minacce allo scrittore Roberto Saviano e alla giornalista Rosaria Capacchione fatte in aula durante il processo di appello Spartacus a Napoli nel 2008.

Nel procedimento si sono costituite parte civile la Federazione Nazionale della Stampa, rappresentata dall'avvocato Giulio Vasaturo, e l'Ordine dei giornalisti della Campania. «La condotta ascritta ai due imputati - aggiungono i giudici- è inserita nel contesto di criminalità organizzata proprio della cosca dei di cui Bidognetti era capo.

Pertanto il tribunale ritiene provato il dolo specifico di agevolazione dell'attività dell'associazione mafiosa da parte dei due» condannati. Per giudici «le frasi pronunciate e il contesto in cui furono pronunciate consente senz'altro di ritenere integrato il reato di minaccia avendo le stesse una chiara attitudine a intimorire».

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