Napoli, effetto pandemia sui minori: in crescita i tentativi di suicidio

Napoli, effetto pandemia sui minori: in crescita i tentativi di suicidio
di Ettore Mautone
Venerdì 21 Ottobre 2022, 23:56 - Ultimo agg. 23 Ottobre, 09:03
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Sono in aumento i tentati suicidi nei minori di 14 anni: al Santobono da zero casi registrati nel 2020 si è passati a ben 5 nel 2021 a cui se ne aggiungono altri quattro contati nei soli primi sei mesi di quest’anno. Dati allarmanti, contenuti in un dettagliato report stilato da Marika Passaro direttore medico di presidio dell’ospedale pediatrico partenopeo. «Abbiamo effettivamente notato un aumento netto dei casi di autolesionismo in giovanissimi che purtroppo si aggiungono ai tanti casi di abusi, maltrattamenti, incuria nei bambini, spesso molto piccoli - spiega la dottoressa - per questo ci siamo dotati di recente di una nuova unità di Neuropsichiatria infantile diretta da Giampina Grimaldi». 

La collaborazione del Santobono con la Procura dei minori e con la rete delle neuropsichiatrie pediatriche delle due Università, oltre che con gli altri ospedali e pronti soccorso della città è costante e prezioso per stabilire azioni di tutela e assistenza ai minori a rischio ma i contorni e l’estensione di casi che passano sotto traccia sono molto più estesi. «Senza dubbio - conclude il manager Rodolfo Conenna - negli ultimi anni, anche in conseguenza delle restrizioni sociali per il Covid e di altre dinamiche relative al disagio giovanile, registriamo un netto aumento dei casi ansioso-depressivi, tentati suicidi e altri episodi di autolesionismo».

«Precipitazioni e defenestrazioni da grandi altezze - commenta Pasquale Guida, primario di Ortopedia del Santobono presidente uscente della società scientifica - sono statisticamente aumentati, triplicati in pochi anni anche al Bambin Gesù di Roma. I traumi da defenestrazione, prima rari, sono aumentati soprattutto nella fascia adolescenziale legati a depressioni situazioni di tipo depressivo». Non è un caso che tra il 2011 e il 2018 le richieste di consulenze neuropsichiatriche al Dea dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma sono aumentate di circa 6 volte, passando da 155 a 889. E in questo quadro sono aumentate di circa 20 volte (da 12 a 237) le richieste di aiuto per motivi di autolesionismo e comportamenti suicidari. Traumi autoindotti ma anche provocati da chi dei bambini dovrebbe occuparsi. «I casi di violenza intercettati in pronto soccorso - avverte il primario del Santobono Vincenzo Tipo - sono notevolmente aumentati negli ultimi 5-6 anni.

Dal 2010 raddoppiati passando dai 15-18 all’anno ad oltre 30». Tipiche lesioni sono quelle del bambino scosso che purtroppo rappresenta la prima causa di morte per abuso nei lattanti. «Vediamo - aggiunge - bambini di 6-9 mesi che presentano fratture in vari stadi di guarigione con lesioni alla colonna, fratture costali a cui a volte si associano lesioni da bruciatura e lesioni gravissime al cranio. Casi in cui i genitori sono persone con problemi legati alle dipendenze da sostanze (alcol o droga), ma anche insospettabili che finiscono per scuotere violentemente i bambini che piangono». 

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Al Santobono è stato costituito un team dedicato all’abuso ed alla violenza sui minori che comprende un pool di specialisti per una presa in carico completa, in grado di identificare i campanelli d’allarme. «Abbiamo istituito un apposito percorso - conclude Tipo - che si attiva quando al triage c’è un sospetto di maltrattamento. Ma non basta perché quando si giunge in pronto soccorso la violenza già è stata compiuta e si è di fronte ad una gravità di lesioni. Stiamo pensando, con l’aiuto delle società scientifiche e delle istituzioni, di intraprendere un’azione di informazione e formazione diretta a tutti coloro che, a qualsiasi titolo, vengono a contatto con i bambini: insegnanti, babysitter, istruttori sportivi sperando che ciò aiuti a prevenire i casi più gravi». 

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