Minori, tradito il Patto anti-dispersione: 41 milioni mai arrivati alle scuole

Dopo sette mesi l'annuncio del ministro Bianchi è rimasto lettera morta

Fermo il patto contro la dispersione scolastica
Fermo il patto contro la dispersione scolastica
di Valerio Esca
Sabato 10 Dicembre 2022, 00:00
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Dopo sette mesi dalla firma dell’accordo resta al palo il Patto educativo. L’intesta siglata lo scorso 13 maggio tra ministero dell’Istruzione, scuole, istituzioni territoriali, enti locali, l’Arcidiocesi di Napoli, organizzazioni del volontariato e del terzo settore, nasce dall’esigenza di arginare il fenomeno della dispersione scolastica e del disagio formativo.

Fu annunciato dall’allora ministro Patrizio Bianchi un finanziamento di 41,1 milioni di euro per 217 istituti scolastici dell’area metropolitana di Napoli, grazie ai fondi del Pnrr. Di questi 14,8 milioni destinati a 78 scuole nel Comune di Napoli. I fondi sono stati assegnati, ma non liquidati. In sostanza non sono mai arrivati nelle casse degli istituti: ognuno dei quali avrebbe dovuto ricevere sul proprio conto corrente una media di circa 180mila euro. 

Sui territori le imprese del terzo settore - grazie a finanziamenti propri - continuano a portare avanti progetti, laboratori e iniziative con le scuole. Il Comune di Napoli, dal canto suo, lunedì ha convocato la seconda riunione del tavolo sul Patto educativo a cui parteciperanno - oltre ai firmatari Ufficio scolastico regionale, istituzioni religiose e organizzazioni del terzo settore e del volontariato - anche i presidenti di Municipalità, al fine di elaborare sui singoli territori le strategie più efficaci. L’anello mancante è proprio lo Stato, che non solo non ha ancora fornito le scuole dei fondi necessari per portare avanti il Patto, ma non ha neanche definito i criteri relativi alla spesa delle risorse. Due passaggi fondamentali: perché senza soldi e senza linee guida il Patto educativo resta lettera morta. Un appello, affinché «la burocrazia non blocchi il Patto» è stato lanciato dall’Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, durante le celebrazioni nel giorno dell’Immacolata: «Ogni scelta tenga conto dei bisogni dei giovani.

Come vorrei, cara Napoli, che nel tempo presente si guardi realmente alla gioia dei bambini, senza arenarsi, tra burocrazie e linguaggi differenti senza cedere a visioni miopi e poco lungimiranti che riducono il “Patto educativo” alla gestione dei fondi del Pnrr, senza andare oltre, senza dar vita ad un processo lungo e ampio, fatto di confronto paritario e di accoglienza di coloro che cercano con onestà e fatica di custodire la gioia dei bambini, degli adolescenti e dei giovani». 

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In un contesto complesso, con una macchina burocratica arrugginita, c’è però chi continua a prodigarsi per i più giovani. «Finanziamo decine di progetti in città grazie ai quali stiamo operando – spiega il presidente dell’impresa sociale «Con i bambini», Marco Rossi-Doria -. Non sono finanziamenti di progetti futuri, ma di cose già in atto. Noi la nostra parte la stiamo facendo». E aggiunge: «Il Comune ha convocato già due volte i tavoli di discussione e l’Ufficio scolastico regionale partecipa al tavolo di concerto con il Municipio e le altre istituzioni. Basti pensare all’impegno che sta mettendo in campo anche la Curia napoletana. Quindi mi pare che la parte un po’ più a rilento non riguardi le istituzioni territoriali. Per questo auspico che ci sia un’accelerazione».

Rossi-Doria, primo maestro di strada d’Italia (1994-1996), nomina ricevuta dall’allora ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, conosce bene le problematiche legate alla dispersione scolastica, ma anche le dinamiche governative, avendo ricoperto il ruolo di sottosegretario all’Istruzione dal 2011 al 2014, nei governi Monti e Letta. «Non dobbiamo immaginare che ci sia una cabina di regia che decide cosa di debba fare - rimarca il presidente di “Con i bambini” -, dobbiamo immaginarci che le scuole operano, ma con difficoltà se il ministero non dà i soldi».

«Ben prima del cambio di Governo - ribadisce - il Miur non ha fornito alcuna indicazione tecnica operativa su come utilizzare le risorse. Tantomeno le ha trasferite sui conti in banca degli istituti scolastici. I presidi quindi hanno ricevuto “nominalmente” i soldi per mettere in campo progetti contro la dispersione scolastica, ma non li hanno a disposizione». Manca addirittura una circolare che lo certifichi: «Il vecchio Governo non l’ha fatta per imperizia - rimarca Rossi-Doria - e il nuovo perché non si è ancora predisposto per farla, almeno per il momento». Intanto lunedì alle 12, presso la sala dei Baroni del Maschio Angioino, durante la seconda riunione del tavolo sul Patto educativo saranno presentati i dati aggiornati sull’evasione scolastica in città, sulla base della nuova piattaforma informatica creata dal Comune di Napoli e che ha ricevuto un plauso recentemente anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nel comitato per l’Ordine pubblico tenutosi in prefettura ed alla luce dei dati raccolti dall’osservatorio comunale.
 

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